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La "conversione" di Bruno Tabacci, così "sposa" la Bonino

Tabacci aveva espresso contrarietà alla parificazione delle unioni civili al matrimonio costituzionalmente inteso. Ecco cosa aveva detto

La "conversione" di Bruno Tabacci, così "sposa" la Bonino

Bruno Tabacci si è "convertito" al radicalismo. Difficile trovare un' altra spiegazione al salvataggio operato nei confronti di Emma Bonino. A meno che non si ipotizzi che l'oppurtunità politica abbia prevalso sulle convinzioni valoriali e personali. Era l'ottobre del 2014, quando l'allora assessore al Bilancio, Patrimonio e Tributi di Milano specificava la sua posizione in merito alle unioni tra persone dello stesso sesso: "Io penso che si possa andare verso un'estensione dei diritti civili, soprattutto sul terreno della solidarietà civile. Penso che sia un atto umano che debba essere considerato e rispettato in tutta la sua profondità, quindi le ragioni affettive non hanno nessuna attinenza alla sfera della procreazione, hanno attinenza anche ad altre modalità con cui si sviluppa la vita umana...". Favorevole, dunque, al riconoscimento dei rapporti di solidarietà umana e civile che "possono dar vita ad una serie di conseguenze come possono essere quelle del potersi curare dell'altro...", diceva Tabacci ma, "l'idea di scimmiottare, ecco, un rapporto così delicato trasformandolo in un fatto che ha una rilevanza di natura costituzionale, mi pare del tutto sbagliato". E ancora: "Mi pare che famiglia nei suoi affetti sia religiosi che civili debba essere tutelata perché è la sede su cui si snoda la vita sociale, è una cellula primordiale, una cellula essenziale e quindi penso che la Costituzione l'abbia collocata in maniera molto seria e molto precisa...", continuava Tabacci. Ferma contrarietà, insomma, alla parificazione giuridica tra le nozze generalmente intese e le unioni tra persone omosessuali e, soprattutto, sottolineava l'esponente di Centro Democratico: "Troverei del tutto sbagliato che nozze fra persone dello stesso sesso siano il presupposto per arrivare a forme di adozione". Emma Bonino, com'è noto, è per la riforma del diritto di famiglia, quindi è a favore di un sostanziale stravolgimento della posizione prioritaria occupata attualmente dal matrimonio e dalla famiglia tradizionale in ambito costituzionale e civile.

In questa intervista rilasciata dalla leader dei Radicali al Corriere della Sera, è possibile sintetizzare tutte le "sincronie" tra Bruno Tabacci ed Emma Bonino sulla bioetica: "Su tutte le materie di scelta di vita penso che debba prevalere la scelta responsabile delle persone. Io sono per una legge che regolamenti la gravidanza per terzi. L’associazione Luca Coscioni ha pronta una proposta di legge. Qui si tratta di stabilire regole, non di inventare nuovi reati. L’automatico furore proibizionista non solo non funzionerà, ma provocherà altri guai. Come dimostra tutta la storia dei proibizionismi dalla cannabis al divieto di procreazione assistita. Di fronte alle scelte delle persone bisogna avere rispetto", rispondeva la fondatrice di +Europa. Tabacci, quindi, potrebbe essere diventato favorevole anche all'utero in affitto e alla cannabis libera, dopo aver sposato la causa del radicalismo. "Sono convinto che ogni bambino abbia diritto ad avere un padre e una madre. Non credo che la soluzione delle adozioni di bimbi da parte di coppie gay sia da perseguire. E non vale come giustificazione che sia meglio avere genitori gay che nessun genitore. C'è il rischio di una visione troppo egoistica, come se i bambini adottati fossero uno 'status'", dichiarava l'allora centrista Tabacci, che invece, adesso, potrebbe approvare le posizioni di un altro esponente della lista della Bonino, quel Benedetto Della Vedova che ai tempi del dibattito sulla stepchild adoption sottolineava:"Non c’è nessun attacco alla famiglia da parte di chi, come me, ritiene urgente e doveroso arrivare anche in Italia al pieno riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali". E ancora:"Le esperienze dei Paesi dove è già stato introdotto il matrimonio gay mostrano che da questo non è derivato alcuno sconvolgimento sociale o giuridico della famiglia cosiddetta tradizionale, ma è cresciuta la consapevolezza delle sue reali necessità, sia in termini fiscali che di welfare. Dove non si guarda alle famiglie con le lenti dell’ideologia alla fine assistiamo a un "win win game" tra tradizione e innovazione sociale e familiare", chiosava il sottosegretario del ministero degli Esteri. Lo stesso Della Vedova che, quando il Tribunale di Firenze ha riconosciuto per la prima volta in Italia un'adozione per due coppie di padri omosessuali, ha parlato di "successo del diritto contro i ritardi del legislatore". Come si può ben vedere, insomma, posizioni difformi in tutto rispetto a quelle espresse in passato dal presidente di Centro Democratico. Un'unione, quella tra Bonino e Tabacci, intrisa di "solidarietà civile" e forse, di parecchio opportunismo.

Ben si sa, del resto, che anche i crociati possono cambiare idea.

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