Politica

Corona show: «Io e Belen come Bonnie e Clyde»

L'ex agente: «I soldi nel controsoffitto? Venivano dalle serate. Speravano di trovare la coca...»

Milano Completo blu, cravatta dello stesso colore, orecchino e occhiali: ieri Fabrizio Corona ha risposto al pm di Milano Alessandra Dolci in un interrogatorio durato tutta la giornata. Un vero excursus negli ultimi anni della sua vita spericolata, durante il quale c'è stato spazio anche per un paio di battute scambiate con il giudice della Prima sezione Guido Salvini. Il tesoro, circa 1,7 milioni di euro in contanti, trovato nel controsoffitto? «Vengono da serate, campagne e lavoro e li ho fatti tra il 2008 e il 2012», spiega l'ex fotografo. In particolare «nel 2009, quando con Belen Rodriguez siamo diventati una coppia mediatica eccezionale, come Bonnie e Clyde eravamo. Tutto quello che toccavamo diventava oro, guadagnavamo cifre folli».

Corona è a processo per intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione. In aula ha ribadito la propria linea di difesa. Tutto quel denaro (altri 840mila euro sono stati sequestrati in una banca austriaca) è stato incassato in nero per le serate nei locali. «Quel nero - ha continuato l'imputato - che ho chiesto a Francesca Persi (collaboratrice e coimputata, ndr) di murare prima di finire in carcere». Ancora: «La Dda sperava che ci fossero 500 chili di cocaina nel controsoffitto e invece c'erano semplicemente soldi».

Corona ha preso di mira alcuni articoli di stampa e il pm del caso «Vallettopoli» Henry John Woodcock. Tanto che Salvini ha dovuto invitarlo a «non polemizzare ed evitare toni da comizio». L'ex agente ha poi raccontato che i guadagni «non li dichiaravo, venivo da un momento difficile dopo il primo arresto. Li raccoglievo e li mettevo in cassette di sicurezza». Tra le dichiarazioni, anche frasi come «se non mi avessero arrestato, con la voluntary disclosure di Renzi avrei fatto rientrare i soldi e ci avrei pagato le tasse» o «potevo fare come Tulliani a Dubai, fare la bella vita. Invece di consegnarmi dopo la fuga in Portogallo» in seguito alla condanna del 2013. Corona ha aggiunto: quando «Belen perse il figlio» e «il carcere era imminente, ho iniziato a fare tanto uso di cocaina. Sempre in quel periodo nel 2012» la decisione di chiedere a Persi, «la donna di cui mi fido, da sempre follemente innamorata di me» di «murare i soldi» da riprendere all'uscita di prigione. Fu Persi a «murare» i contanti nel controsoffitto di casa sua: «Io non sapevo che li aveva messi lì». A casa «decidemmo di contarli, arrivati a 1,45 milioni eravamo stanchi». Per Corona, se l'inchiesta fosse rimasta «al pm David Monti, avrei pagato le tasse e basta». Ma poi «è passata alla Boccassini ed è finita». Non solo. L'imputato ha dichiarato che riusciva guadagnare anche attraverso «provvigioni» su «seni rifatti e liposuzioni», mandando clienti vip a un chirurgo plastico. Così avrebbe fatto pure con la fidanzata del calciatore del Torino Juan Iturbe. Rispondendo alle domande dei difensori Luca Sirotti e Ivano Chiesa, ha concluso: «Non c'è più nessuno attorno a me, quando sono nei guai c'è solo mia madre».

CBas

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