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Corsa al candidato "dem", la sfida è in tv. Nel primo dibattito spicca l'outsider Castro

Si attendeva la Warren ma convince l'"obamiano". Ora tocca a Biden e Sanders

Corsa al candidato "dem", la sfida è in tv. Nel primo dibattito spicca l'outsider Castro

New York - Economia, sanità, immigrazione, clima e aborto. Inizia con uno scontro a 360 gradi su tutti i temi caldi la battaglia nell'affollata arena dei candidati democratici a Usa 2020. Nel primo dei due dibattiti tv da Miami, in attesa dello scontro tra i due «big», l'ex vicepresidente Usa Joe Biden e il senatore del Vermont Bernie Sanders, gli occhi sono puntati in particolare su Elizabeth Warren, favorita della serata e unica a rimanere nella scia dei front runner nei sondaggi. La senatrice progressista del Massachusetts guida la fase iniziale sui temi che le sono più congeniali, economia e sanità, anche se poi perde un po' di slancio. Si dice pronta a smantellare l'attuale sistema sanitario sostituendolo con l'estensione a tutti i cittadini della copertura pubblica per gli anziani (Medicare). Quando le viene chiesto come spiega la «proposta di alzare le tasse a quel 71 per cento di americani che pensa che l'economia stia andando bene», afferma: «Va bene per le grandi aziende farmaceutiche, per le compagnie petrolifere, non per la gente, per gli afroamericani e i latini che vedono le loro vite distrutte e le comunità rovinate».

Warren, esponente dell'ala più liberal, sostiene che ci vogliono «cambiamenti strutturali nel governo, nell'economia e nel Paese». Quello che emerge chiaramente nel corso della serata, comunque, è lo spostamento sempre più a sinistra del partito, e il fatto che la vera sfida è quella lanciata al moderato Biden. La sorpresa è Julian Castro, 44enne ex sindaco di San Antonio ed ex membro dell'amministrazione di Barack Obama. Sicuro di sé, preparato e con le idee chiare, Castro riesce a imporsi durante le due ore del confronto tra dieci degli oltre venti aspiranti alla nomination dell'Asinello. «Il mio primo atto da presidente sarà un decreto per rientrare nell'accordo di Parigi», chiosa. E sull'immigrazione, riguardo la foto shock dei cadaveri di papà e figlia di 23 mesi, annegati mentre tentavano di attraversare il Rio Grande al confine tra Usa e Messico, spiega: «Non dovremmo criminalizzare la disperazione». Poi, chiude con una frase a effetto, in inglese e spagnolo: «Nel gennaio 2021 diremo adios a Donald Trump». Buona performance anche per il senatore del New Jersey Cory Booker, mentre quella del sindaco di New York Bill de Blasio si distingue più che altro per il numero di interruzioni. Tra gli sconfitti della serata c'è invece Beto O'Rourke, che non riesce a sfondare neppure sull'immigrazione, tema che lo vede in prima linea contro il presidente americano nel suo stato del Texas. La sua prestazione conferma i sondaggi che vendono in Pete Buttigieg, il sindaco di South Bend (Indiana), il vero emergente fra le fila dem. A unire i candidati, comunque, sono proprio le critiche alle politiche sull'immigrazione di Trump, oltre che la lotta ai cambiamenti climatici.

E il tycoon, a metà dibattito, commenta così su Twitter: «Boring», noioso.

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