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Corsi d'arabo alla scuola pubblica: in cattedra i docenti del centro islamico

Scoppia la polemica a Sesto San Giovanni. Alla scuola primaria corsi di lingua araba e cultura islamica. Forza Italia: "A questi bimbi non viene data la possibilità di diventare italiani"

Corsi d'arabo alla scuola pubblica: in cattedra i docenti del centro islamico

"L'integrazione delle comunità straniere presenti nei nostri territori non può avvenire in questo modo, insegnando una lingua come l'arabo totalmente estranea alla nostra storia, alla nostra tradizione e alla nostra cultura". Il deputato leghista Paolo Grimoldi si scaglia contro la scuola primaria XXV Aprile di Sesto San Giovanni, dove ogni domenica mattina i docenti del centro islamico locale insegnano la lingua araba e la cultura islamica. Sui banchi, come racconta il Giorno, si siedono un'ottantina di bambini, nati in Italia da genitori musulmani.

Dopo lo scontro a fuoco con Anis Amri, il terrorista del mercatino di Natale di Berlino ucciso in uno scontro a fuoco con una volante davanti alla stazione di Sesto San Giovanni, la cittadina alle porte di Milano è finita nell'occhio del ciclone. La primaria XXV Aprile è da vent'anni che apre le porte alla cultura islamica, ma ora che la tensione è alle stelle le lezioni non passano più sotto traccia. Anche perché nella scuola pubblica di Sesto San Giovanni vanno a insegnare i docenti del centro islamico locale. "Questo è un progetto europeo, che nasce in Francia ed è stato importato oltre vent'anni fa in Italia. Noi lo abbiamo portato a Sesto – spiega al Giorno il direttore della scuola Fouad Selim – l'obiettivo è far restare l’arabo una lingua viva. Insegnare ai bambini, che parlano in dialetto milanese o brianzolo, la loro lingua d'origine".

Per la Lega Nord è paradossale che si faccia pochissimo, a livello di amministrazioni comunali, per mantenere vive le tradizioni locali e i dialetti, e poi ci sia un'amministrazione come quella di Sesto San Giovanni che fornisce locali pubblici per insegnare l'arabo. "Così arriva un segnale sbagliato che va nella direzione opposta dell'integrazione - tuona Grimoldi - chi sceglie di vivere qui deve imparare la nostra lingua e adeguarsi ai nostri costumi, rispettandoli. Altrimenti avremo ghetti e 'muri' invisibili, come le lingue, a separare le diverse comunità presenti nelle nostre città, altro che integrazione". Profondamente contrario all'iniziativa della primaria XXV Aprile anche il candidato sindaco di Forza Italia Roberto Di Stefano. "Secondo il sindaco del Pd l’integrazione dei migranti passa attraverso l’insegnamento di una lingua diversa dalla nostra - argomenta al Giorno - concedere una struttura pubblica per corsi di arabo ai figli di immigrati è il paradosso di chi non sa come inserire le comunità straniere nella nostra società.

A questi bambini arabi viene offerto tutto, tranne la reale possibilità di diventare italiani a tutti gli effetti".

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