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"Ma così diventiamo i taxi delle Ong"

Forza Italia e Lega accusano il governo: «Applichi il regolamento»

"Ma così diventiamo i taxi delle Ong"

Roma Mostra le prime crepe il «sistema di soccorso» varato dal governo per contenere e regolare l'attivismo delle Ong nel recupero dei profughi in mare. Si sta profilando infatti una forte tensione tra il Viminale, che cerca di salvaguardare il sistema così come l'ha voluto il ministro Marco Minniti, e il suo collega dei Trasporti, Graziano Delrio, che ha competenza sulla funzionalità della Guardia costiera. Sarà il Consiglio dei ministri di oggi a dover dirimere l'intricata questione, con l'inevitabile frattura tra falchi e colombe che non è detto il premier Gentiloni sia in grado di gestire (anche perché incombe la sponda di Renzi, che teme un ulteriore flop sulla questione migranti che si ripercuoterebbe sul governo, ma soprattutto sul Pd).

Minniti potrà appunto contare sulla linea dell'intransigenza populista varata da Renzi, nonostante il capofila delle colombe sia il suo grande amico Delrio, ieri accusato da Gasparri di essere addirittura il «capofila dei fiacheggiatori delle Ong». La realtà è più complicata e si presenta in questi giorni con il suo carico d'imprevedibilità. Che cosa fare se una Ong «non firmataria», dunque esclusa dal «sistema di soccorso» e dalla possibilità di attracco ai nostri porti (così ha confermato il ministro Minniti), chiede alla Guardia costiera di intervenire in alto mare dopo aver imbarcato centinaia di migranti?

L'ipotesi è tutt'altro che teorica, tanto che è capitato l'altro ieri - denuncia il capogruppo forzista al Senato, Paolo Romani - «che proprio la Guardia costiera ha prima coinvolto una delle organizzazioni che non ha sottoscritto il codice (si tratta di Medici senza frontiere, ndr) in un'attività di Sar e poi ha effettuato un trasbordo in alto mare di migranti dall'imbarcazione Ong ai mezzi della Guardia costiera». Procedura, rileva Romani, «inusuale e due volte irregolare». Per questo il governo italiano è chiamato a intervenire «sui comandi della Guardia costiera affinché applichi il codice di condotta varato per le Ong: che un corpo dello Stato sia il primo a non applicare una determinazione dell'esecutivo è inaudito e sintomo di un grave problema nella catena di comando...», conclude Romani auspicando l'assorbimento del Corpo nella Marina Militare.

Per il leghista Calderoli siamo «oltre il ridicolo e la decenza: adesso facciamo il servizio taxi aggiuntivo alle navi Ong... Ma allora tanto valeva lasciare che continuassero a farlo le Ong. Il principio dev'essere quello di bloccare in toto l'attività di queste navi di Ong non firmatarie, non fare la staffetta al largo per fargli risparmiare carburante e seccature...». Il forzista Malan vede così l'«ennesimo fallimento del governo», considerato che «alla prima attuazione del codice di comportamento emerge che le Ong che non lo accettano vengono favorite: la nostra Guardia costiera risparmia loro il tempo di raggiungere il porto e prelevano merce umana in alto mare».

RooS

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