Cronache

Così i poliziotti di frontiera vivono come i profughi

Il commissariato cade a pezzi, i bagni sono uno schifo Intanto nei magazzini si scoprono mobili inutilizzati

Così i poliziotti di frontiera vivono come i profughi

Entrare in commissariato a Ventimiglia è come visitare un posto di polizia di un paese africano. Gli agenti che vi lavorano sono costretti a passare ore e ore all'interno di una struttura che cade a pezzi. Girando per i corridoi si incontrano muri da cui cade l'intonaco e su cui sono visibili i segni di umidità e muffa. I bagni sono qualcosa di indecente: rubinetti che perdono, così incrostati che non si riesce quasi ad aprirli. Per terra sporcizia che non viene tolta da anni e un odore nauseabondo. Le camerate sono peggio di un centro profughi. «La manutenzione sia ordinaria che straordinaria - spiega il delegato del Sap (sindacato autonomo di polizia) di Imperia, Stefano Cavalleri - non viene fatta da anni. Di recente sono state stanziate poche migliaia di euro per le pulizie di alcune stanze, ma a breve sarà tutto come prima. Pensate che in alcuni locali dalla polvere che c'era sui vetri non si riusciva neanche a vedere la luce esterna».

Nell'area adibita all'identificazione degli extracomunitari ci sono coperte sulle quali si vedono saltare pulci. Un tempo il commissariato contava 70 unità, ma col passare degli anni si è arrivati a 47 persone. «Ne occorrerebbero molte di più - tiene a dire ancora il delegato - perché il problema è che gli uomini sono totalmente monopolizzati dal lavoro legato ai migranti, per cui si toglie attenzione al controllo del territorio, peraltro in un'area in cui ci sono infiltrazioni mafiose (il Comune fu commissariato per questo motivo). I colleghi non riescono più a svolgere attività investigativa e lavorano anche 11 ore al giorno, con straordinari di 7 euro l'ora». Poco lontano c'è la frontiera. Nella parte italiana si lavora senza sosta. Ieri un immigrato, a ponte San Luigi, durante le operazioni di controllo per la riammissione in Italia, ha dato in escandescenze e ha frantumato un vetro del pullman che lo trasportava. È stato arrestato dai carabinieri. Un altro, con un pezzo di plastica, ha compiuto un gesto di autolesionismo. Per lui è stata prevista l'espulsione.

I poliziotti sono sempre più demotivati proprio a causa della scarsa attenzione da parte delle istituzioni. Pensare che il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, vuol dare la cittadinanza onoraria alla polizia di Stato. «Il capo della polizia Franco Gabrielli - spiega il segretario nazionale del Sap Gianni Tonelli - ha stanziato 100mila euro per il commissariato in questione. Devo ringraziarlo perché questi soldi non sono tutti quelli che servono, ma è un grande segnale di vicinanza a chi, in questo momento, è sovraesposto. Inoltre, è riuscito a trovare, nei magazzini della Polizia di Senigallia, degli arredi nuovi che non si pensava esistessero». Per cui, in alcuni commissariati in Italia, si potranno avere dei cambi di mobilio. La situazione, però, resta critica. «La polizia - conclude Tonelli - non fa più la polizia. Mancano 45mila uomini nelle forze dell'ordine, di cui 17mila nella Polizia di Stato. Inoltre, circa 3mila sono totalmente dedicati all'emergenza immigrazione. Il governo deve sbloccare subito il turnover dei numeri come primo atto, assumendo 3mila unità in via straordinaria. In seguito deve rimpinguare gradualmente gli organici, dare mezzi e strutture adeguati.

La legge di stabilità sarà un banco di prova per vedere se realmente la sicurezza sia una priorità o se la stessa sia declassata a emergenza secondaria».

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