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Così i sindacati hanno coperto lo sfascio di Capodanno

Assemblee a mezzanotte, donazioni di sangue e permessi per assistenza ai disabili: ecco gli stratagemmi usati

Così i sindacati hanno coperto lo sfascio di Capodanno

U n blitz effettuato con il pieno appoggio e la copertura del sindacato. Solo la Cgil, tardivamente, ha fatto retromarcia prendendo le distanze dallo sconcertante assenteismo (83,5%) dei vigili urbani di Roma durante la notte di Capodanno. È questo il risvolto più spiacevole di una vicenda che avrebbe potuto accadere solo in Italia.

Le tensioni createsi tra il corpo di Polizia municipale, il comando e l'amministrazione della Capitale, cioè la giunta Marino, hanno trovato il loro sfogo il 31 dicembre. Ma se chi di dovere avesse sorvegliato, forse la pessima figura mondiale avrebbe potuto essere evitata. Il problema è l'annosa questione del salario accessorio e della rotazione del personale. Insomma, soldi e turni di lavoro. Le principali organizzazione di rappresentanza dei dipendenti - Cgil, Cisl e Uil - da tempo stavano preparando una protesta choc. Lo si può osservare benissimo nella pagina Facebook della Uil Fpl Polizia Locale di Roma Capitale. Il 19 dicembre scorso è comparso un post nel quale si affermava testualmente: «Lavoreranno in 3! Capodanno in famiglia e chi sarà di ordinario brindisi alle 24:00 al Comando del corpo».

Perché tanta enfasi? I sindacati avevano convocato due assemblee consecutive dalle 21 alle 24 del 31 e da mezzanotte al 3 del primo per creare «caos» in un giorno caldo come l'ultimo dell'anno, con Roma invasa da 600mila persone desiderose di festeggiare per le strade. Ovviamente, il capo dei vigili Clemente aveva subito fatto partire convocazioni in servizio a raffica per cercare di scongiurare il caos totale.

Nulla da fare. Anche se le assemblee convocate ad hoc per «festeggiare» in barba agli ordini di servizio erano state annullate, il sindacato ha ovviamente protestato sia il 29 dicembre che il giorno successivo poiché veniva «drasticamente stravolta l'organizzazione dei turni (...) senza neanche prendere in considerazione le esigenze personali degli operatori». Eh sì, perché la tutela dell'ordine pubblico e del decoro urbano possono aspettare le legittime «esigenze personali» di ciascun vigile.

Il 31 dicembre, infine, il sindacato ha utilizzato tutte le munizioni disponibili. Sempre sulla pagina Facebook della Uil Fpl viene pubblicato un post con due utili indicazioni per «sabotare» il servizio di reperibilità. In primo luogo, viene suggerito ai vigili di richiedere che l'ordine di servizio venga «messo per iscritto» (e non solo per chiamata telefonica, come avviene di prassi) e di consegnarlo alle segreterie sindacali per le denunce. In secondo luogo, viene fornita la copia di un modulo di rimostranza scritta allo scopo di ottenere la convocazione per lettera. Ultimo ma non meno importante, l'origine dello scandalo: la sequela di certificati di malattia, di donazioni di sangue (ebbene sì, è stato strumentalizzato anche un atto caritatevole!) e di permessi ex legge 104 (assistenza ai familiari disabili).

Uno spettacolo triste, vero, ma i numeri sono ancora più eloquenti: solo 165 vigili su mille previsti erano regolarmente in servizio la notte del 31. Anche per questo motivo ieri la segreteria nazionale della Cgil, cioè Susanna Camusso, ha preso le distanze dalla Polizia locale. «Sostegno ai vigili che hanno lavorato a Roma il 31 notte. Lotte sbagliate danneggiano tutti», ha twittato Corso Italia. Lacrime di coccodrillo, si dirà, ma forse meglio tardi che mai. Il vero problema, però, pare essere un altro: il segretario laziale della Uil Fpl, Francesco Croce, ha annunciato uno sciopero unitario.

O la situazione è sfuggita di mano ai leader nazionali o qualcuno fa il doppio gioco.

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