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Così gli istituti si prendono le imprese

In caso di crisi, subito beni in garanzia ai creditori. Come per i mutui

Così gli istituti si prendono le imprese

Roma - La storia si ripete, ma non sempre in farsa, talvolta anche con toni tragici. È il caso del ddl delega di riforma del diritto fallimentare che, in pratica, aumenterà la forza contrattuale delle banche nei confronti delle aziende prossime all'insolvenza.

Il disegno di legge, che è all'esame delle commissioni alla Camera, ha un obiettivo nobile: semplificare l'iter delle procedure fallimentari e costruire percorsi alternativi e preventivi per il salvataggio delle imprese prima ancora che i Tribunali ne certifichino la decozione. Come al solito, alle elevate finalità non corrispondono strumenti di pari rango. Nell'articolato, elaborato nel 2015 da una commissione di giuristi, è stata inserita una norma che ricalca quella che l'anno scorso fu introdotta nel decreto mutui, ma con una cogenza ancor maggiore: l'escussione automatica e stragiudiziale (cioè senza ricorso al Tribunale) della garanzia sia mobiliare o immobiliare.

Tale norma rappresenta una deroga al divieto del patto commissorio. È il famigerato articolo 2744 del Codice Civile: esso prevede che in caso di inadempimento del credito il bene dato in pegno non possa passare nella disponibilità o proprietà del creditore. L'ondata emotiva suscitata dal decreto mutui riuscì a costringere il governo a correggere il tiro: la soglia di inadempienza aumentò dalle sette rate originarie a diciotto. E, in ogni caso, si evidenziò che la norma non poteva essere usata per riscrivere i contratti in essere.

Oggi siamo al bis. Come nel caso dei finanziamenti ipotecari anche il ddl delega prevede che «nell'eventualità che il valore di realizzo del bene sia maggiore del credito, andrà immediatamente restituita l'eccedenza al debitore», ma per un imprenditore in difficoltà non è rassicurante sapere che tutto possa passare nelle mani della banca dall'oggi al domani. Né tranquillizza il fatto che questa riforma sia un passo verso l'adeguamento alle normative europee che consentono al creditore procedure accelerate di recupero. Gli oltre 220 miliardi di sofferenze bancarie che preoccupano il ministro Padoan dipendono, anche da queste lungaggini e la crisi non fa altro che mettere tutti contro.

«Il governo elimina le garanzie per i debitori, cercheremo di fermarlo», affermano i deputati di Al Massimo Artini e Marco Baldassarre.

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