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Così Padoan sistema i conti: ritorna il terrorismo fiscale

Si pensa di estendere la fattura elettronica ai privati per finanziare taglio del cuneo e contratti degli statali

Così Padoan sistema i conti: ritorna il terrorismo fiscale

Roma - Se la proposta renziana di aumento del deficit per finanziare i tagli delle tasse si può derubricare a trovata elettorale, a Palazzo Chigi la musica è diversa. Soprattutto perché lo spartito viene scritto dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in collaborazione con il premier Paolo Gentiloni. L'intento è finanziare gli sgravi fiscali, in particolare sul lavoro e sulle imprese, con misure anti-evasione dell'Iva, cioè potenziando ulteriormente i mezzi di controllo del «Grande Fratello» dell'Agenzia delle Entrate.

Il primo obiettivo, ovviamente, è disinnescare le clausole di salvaguardia, già parzialmente sterilizzate dalla manovrina che lascia in eredità un conto di «soli» 15 miliardi. Atteso che Bruxelles conceda a Padoan di ridurre di 0,5 punti percentuali di Pil (8,5 miliardi circa) la correzione del deficit, si libererebbero così un po' di risorse per pianificare alcune misure necessarie al consolidamento della ripresa nonché dal sapore elettorale.

Come detto, si tratta degli sgravi contributivi sui neoassunti. L'esecutivo e le parti sociali ne parlano informalmente da oltre un paio di mesi. Confindustria vorrebbe un bonus tout court sulle nuove assunzioni (visto che quelli del 2015 scadono l'anno prossimo), mentre i sindacati chiedono garanzia sulle pensioni future dei giovani. Ecco perché Gentiloni e Padoan starebbero pensando a un'estensione della defiscalizzazione degli oneri non solo agli under 25 (costo dell'azzeramento compreso tra 2 e 3 miliardi) sotto forma di dimezzamento del cuneo (ora al 24% per le aziende e al 9% per i lavoratori) esteso sia agli under 25 che agli over 50 per una spesa complessiva di 7 miliardi circa. Una cifra talmente ampia che farebbe slittare al 2018 i programmati interventi di limatura dell'Irap.

Come finanziare tutto questo? Rinforzando la polizia fiscale. Il tavolo di lavoro, coordinato dal viceministro Luigi Casero e che comprende anche Entrate, Rgs e Guardia Finanza, sta studiando l'estensione della fatturazione elettronica, obbligatoria per i rapporti con la pa, anche ai privati. Serve l'autorizzazione della Commissione Ue e i contatti sarebbero già in corso.

Un altro intervento funzionale alla digitalizzazione delle transazioni è l'unificazione di fatture e ricevute in un unico documento telematico. In questo modo I dati da inviare al fisco viaggerebbero per via telematica raggiungendo un server centrale. Il principio di funzionamento, in buona sostanza, è lo stesso degli scontrini e delle ricevute di farmacie e specialisti al fine di automatizzare le detrazioni per le spese sanitarie nei 730 precompilati. Non a caso si pensa già di rinviare all'anno prossimo la «lotteria dello scontrino» con ricchi premi e cotillon, introdotta dalla legge di Bilancio 2017 e in rampa di lancio per novembre.

Insomma, per contribuenti e imprese non sono proprio belle notizie, ma bisogna tenere conto che c'è da finanziare anche il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione che Cgil, Cisl e Uil pongono come inderogabili. Inoltre, i leader sindacali, Susanna Camusso in testa, vogliono che l'esecutivo metta nero su bianco anche lo stop all'incremento dell'età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni dal 2019. Una richiesta alla quale il ministro Padoan sembra intenzionato a dire di no anche perché comporterebbe un ulteriore aggravio sui conti dell'Inps e quindi dello Stato, ma che in ambito politico gode di appoggi tanto a sinistra quanto a destra.

Se i conti non dovessero tornare, vi è anche l'extrema ratio: il taglio degli sconti fiscali.

Con le elezioni alle porte, tuttavia, è difficile che il Pd di Renzi possa avallare la scelta.

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