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Tra crac e concordati preventivi. Così le Coop rosse vanno a picco

Un mese fa è saltata in aria la Coop Operaie di Trieste. Ora la Cooperativa Carnica blocca dei risparmiatori. La Regione finisce sotto accusa

Tra crac e concordati preventivi. Così le Coop rosse vanno a picco

La Legacoop è in affanno. C'è qualcosa che non va, soprattutto in Friuli Venezia Giulia. La notizia è di ottobre: le Coop Operaie di Trieste aveva fatto sparire 103 milioni di euro lasciando al verde 17mila risparmiatori. Un crac che aveva subito spinto la procura di Trieste a far scattare le indagini che avevano portato alla luce fittizzi passaggi di proprietà infragruppo. A distanza di un mese l'eco del fallimento ha travolto anche la Cooperativa Carnica che, nei giorni scorsi, ha presentato al tribunale di Udine, la domanda di concordato preventivo. Due storie completamente diverse che però danneggiano ugualmente i risparmiatori.

A ottobre la procura di Trieste ha messo gli occhi sugli affari della Coop Operaie di Trieste. Ci sarebbero ben 103 milioni di euro spariri nel nulla. Volatilizzati. La richiesta di fallimento è già stata inoltrata al tribunale civile. Ma adesso si tratta di capire cosa c'è dietro a certi passaggi di proprietà che gli inquirenti reputano essere fittizie. A rischiare sono ben 17mila risparmiatori che avevano versato i propri risparmi nei conti della cooperativa triestina. "Quei soldi - ha spiegato la procura - di fatto non esistono più". Anche perché, some spiegava Antonio Spampinato su Libero, le perdite di esercizio che si aggirano intorno ai 12 milioni di euro sarebbero state coperte "grazie alla contabilizzazione di plusavalenze per 15 milioni su vendite di immobili ceduti internamente a società controllate al 100%". Ad oggi l'unico indagato è l'ex presidente Livio Marchetti, ma si ipotizzano anche evidenti responsabilità politiche dietro all'intera operazione. A vigilare sulle Coop Operaie di Trieste sarebbe toccato infatti alla Regione Friuli Venezia Giulia. Tanto che, secondo l'assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, "tutte le revisioni effettuate dal 2007 al 2012 dai revisori su incarico di Confcooperatrive e Lega delle Cooperative si sono concluse con la mancata emersione di irregolarità".

Mentre la Regione Friuli Venezia Giulia non controllava, i risparmiatori vedevano i propri risparmi andarsene in fumo. Tanto che anche nelle altre cooperativa ha iniziato a spargersi il panico. Come spiega Attilio Barbieri su Libero, "dopo l'ondata delle richieste di rimborso provocata ddai soci che hanno chiesto in massa di smobilizzare i soldi depositati", alla Cooperativa Carnica ha iniziato a mancare liquidità. "A tutela dell'azienda, dei 650 dipendenti e dei soci prestatori - si legge nella nota pubblicata dal consiglio di amministrazione - di fronte all'effetto devastante provocato dal ritiro del prestito sociale, a seguito delle vicende relative a una cooperativa di consumo presente in Regione, la società ha chiesto il concordato preventivo". Secondo le norme concordatarie, il blocco del patrimonio potrebbe durare dai sessantya ai centoventi giorni per i soci depositanti, mentre i fornitori dovranno aspettare almeno novanta giorni per veder saldate le fatture. Perché i 30 milioni in cassa sono congelati.

Ora sono in molti a temere un effetto a catena.

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