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Il Pd di Renzi in caduta libera: mai così male dal 2010

Nel centrodestra si registra un nuovo record per Forza Italia, ancora in salita e per la prima volta quest'anno sopra il 15%. Al primo posto il M5s

Il Pd di Renzi in caduta libera: mai così male dal 2010

Il Pd è sempre più in crisi. Nell'ultimo mese, oltre alla sconfitta alle elezioni regionali in Sicilia e nel X Municipio di Roma il Pd è andato allo scontro su diverse questioni, dalla legge elettorale a Bankitalia. Il risultato è il record negativo nella Supermedia realizzata da YouTrend per AGI: il 24,4%. Valori simili non si registravano dal 2010-2011.

"Il Partito Democratico sta vivendo una fase di crisi - si legge nel sondaggio -. Non sapremmo in quale altro modo definire il periodo attuale, nel quale il Pd fa registrare le sue peggiori percentuali nelle intenzioni di voto non solo con riferimento all'anno in corso, ma da molti anni a questa parte".

Nel centrodestra si registra un nuovo record per Forza Italia, ancora in salita e per la prima volta quest'anno sopra il 15%. Il partito di Silvio Berlusconi sembra star recuperando almeno in parte i suoi consensi storici, al punto che il 16% delle ultime Europee ora è a portata di mano. La Lega Nord rimane sopra il 14% e insieme al buon dato di FDI (4,9%) contribuisce a tenere alto il dato del centrodestra nel suo complesso.

Al primo posto continua ad esserci il Movimento 5 stelle, questa settimana con il 27,5%. Un dato che consente al partito pentastellato di rafforzare il primato, staccando il Pd di oltre tre punti.

Le coalizioni

Il Rosatellum prevede e incoraggia la formazione di coalizioni nazionali per sostenere i candidati nei collegi uninominali. E sarà proprio l'esito delle sfide nei collegi la chiave per vincere le prossime elezioni. Ad oggi il centrodestra è nettamente la prima coalizione, sfiorando il 36%. Gli oltre 6 punti di vantaggio sull'area di centrosinistra vogliono dire che nemmeno una riappacificazione tra Pp e le sigle alla sua sinistra basterebbe a superare il centrodestra. Il M5s resta anche in questo caso una presenza competitiva.

Il rischio per i democratici è che una parte dei suoi elettori possa optare per un "voto strategico" in chiave anti-centrodestra, proprio come accaduto a Ostia e dintorni e, in una certa misura, anche in Sicilia con il voto disgiunto a favore del grillino Cancelleri.

In questo caso il Pd si troverebbe schiacciato tra centrodestra e M5s, relegato al ruolo di terzo incomodo in un nuovo bipolarismo.

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