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Crocetta incassa i soldi dell'Expo ma deve 2 milioni a tutti i fornitori

Sette mesi dopo la chiusura di Expo, la Regione Sicilia non ha ancora pagato i suoi fornitori. È l'ennesima figuraccia, stavolta planetaria, di Crocetta

Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta
Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta

Palermo - Sette mesi dopo la chiusura di Expo, la Regione Sicilia non ha ancora pagato i suoi fornitori.

L'ennesima figuraccia, stavolta planetaria, il governo Crocetta l'ha rimediata lasciando senza un centesimo le centinaia di imprese che dal marzo a ottobre 2015, con le loro forniture, garantirono il funzionamento del padiglione siciliano all'esposizione internazionale di Milano. Una presenza che ha fruttato alle casse regionali oltre due milioni e mezzo, pari alla quota dei biglietti di ingresso incassati, ma che non è bastata agli uffici per dar corso ai pagamenti. Facendo crescere un debito che, stando alle stime, ammonterebbe a poco meno di due milioni di euro. Un controsenso che ha fatto infuriare i creditori. «Siamo all'assurdo», dice al sito BlogSicilia Alessandro Anello, direttore dell'agenzia di viaggi che si è occupata dei trasporti aerei. «Noi avevamo firmato una convenzione che stabiliva il saldo mensile, a fronte della presentazione dei rendiconti dei servizi prestati. Abbiamo pagato tutti i vettori per conto della Regione, ma ad oggi non abbiamo ricevuto neppure un euro dei 70.000 anticipati», aggiunge l'imprenditore, dando libero sfogo all'amarezza: «Come sempre la Sicilia è riuscita a mettere insieme una serie di cattive figure che ci costeranno, come collettività, più del necessario». In effetti, già non era stato facile digerire le immagini del cluster Biomediterraneo sporco e allagato proprio nel giorno dell'inaugurazione. Contro ogni previsione, però, si è riusciti a fare di peggio. E adesso alle porte di Palazzo d'Orleans bussano i titolari delle aziende in rosso. Più di cento di loro si sono coalizzati, riunendosi in un coordinamento che promette battaglia: dopo aver incontrato l'assessore Cracolici e ottenuto un'audizione davanti alla commissione Attività produttive, i bidonati minacciano di passare alle carte bollate «se non dovessero arrivare risposte concrete». Perché il prossimo passo sarà quello dei decreti ingiuntivi: «In mancanza di soluzioni è il grido di battaglia la Regione sarà sommersa da una valanga di ingiunzioni e qualcuno dovrà rendere conto del danno erariale che ne deriverà».

Già, qualcuno. Ma chi? Dario Cartabellotta, ex assessore regionale oggi dirigente generale e, nei mesi passati responsabile della missione Expo, per due volte s'è visto bocciare dai suoi colleghi dirigenti i mandati di pagamento predisposti. E ritenendo anzi che qualcuno remasse contro, ha presentato un esposto in Procura, sostenendo che le relazioni sulla base delle quali si è giunti al blocco delle procedure di liquidazione sarebbero viziate da dati falsificati ad arte. Un pasticcio senza eguali, che ha portato alla nomina di un commissario ad hoc.

E mentre sulla vicenda ha aperto un fascicolo anche l'Autorità nazionale anticorruzione, l'unica certezza è che dall'Expo la Sicilia è tornata a casa con le ossa rotte.

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