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Csm, Woodcock schiva sei accuse ma l'ex procuratore lo bacchetta

Fragliasso critico: "Le sue dichiarazioni? Benzina sul fuoco"

Csm, Woodcock schiva sei accuse ma l'ex procuratore lo bacchetta

Roma Era cominciata come una buona giornata, quella di ieri, per il pm napoletano Henry Hohn Woodcock, dopo la notizia che la Procura generale della Cassazione aveva archiviato tutti e sei i fascicoli disciplinari aperti nei suoi confronti sia sul caso Consip che su quello Cpl-Concordia.

Ma poi dal Csm, dove proprio ieri si teneva l'udienza sulle altre due questioni rimaste in piedi e che lo vedono a processo davanti alla sezione disciplinare, è arrivato l'affondo dell'ex procuratore facente funzioni di Napoli, Nunzio Fragliasso, che non ha certo giocato a suo favore. Nel mirino del Consiglio superiore della magistratura c'era l'intervista rilasciata a Repubblica in cui il pm parlava del caso Consip, nonostante l'invito alla riservatezza rivolto dalla Procura in un momento particolarmente delicato per l'indagine sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione soprattutto per gli attriti sorti con i colleghi di Roma che avevano ereditato gran parte del fascicolo. «Quelle dichiarazioni non dovevano essere rese, né prima né dopo che io avevo chiesto il riserbo. Erano inopportune, benzina suo fuoco», ha detto ieri Fragliasso sentito come testimone dall'accusa, spiegando che la legge e anche le disposizioni della Procura partenopea prevedono che soltanto il capo dell'ufficio o un suo delegato possa fare esternazioni sulle indagini. Invece Woodcock, nonostante l'invito dell'allora capo a smorzare i toni, parlò dell'inchiesta Consip con la giornalista Liana Milella, che sentita anche lei come testimone, ha ammesso ieri di aver scritto l'articolo nonostante avesse dato la sua parola d'onore all'amico magistrato che non lo avrebbe fatto. Oltre a questa vicenda il Csm continua ad occuparsi della mancata iscrizione nel registro degli indagati dell'ex consigliere economico di Palazzo Chigi, Filippo Vannoni, ascoltato come persona informata sui fatti sulla fuga di notizie dell'inchiesta Consip, mentre ci sarebbero stati i presupposti per indagarlo, consentendogli come prevede la legge di essere assistito da un avvocato durante l'interrogatorio. Vicenda per la quale è sotto inchiesta anche la collega Celestina Carrano.

Tutti gli altri fascicoli pendenti sulla testa del magistrato sono invece finiti in archivio, anche quello sulla mancata iscrizione nel registro degli indagati a Napoli di Tiziano Renzi, il babbo dell'ex premier, finito sotto inchiesta solo quando l'indagine è passata a Roma.

Capitolo chiuso anche dal punto di vista disciplinare quello, già archiviato dai pm di Roma, su una presunta rivelazione di segreto d'ufficio che aveva inguaiato anche la giornalista Federica Sciarelli.

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