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Dagli azzurri ai fittiani si allarga il fronte del No "Avanti senza divisioni"

Riforma Boschi, si moltiplicano le iniziative Confermato domani il vertice di Fi ad Arcore

Dagli azzurri ai fittiani si allarga il fronte del No "Avanti senza divisioni"

Sarà soprattutto un'occasione per salutare il presidente del partito e impostare il lavoro per il referendum. Una riunione allargata in cui più che definire un «direttorio», Silvio Berlusconi ribadirà di essere in campo e di non essere intenzionato ad abdicare o staccare la spina alla politica. La convocazione ad Arcore è fissata all'una e mezza per un pranzo al quale prenderà parte il gruppo dirigente azzurro, alla presenza dei capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta e dei vice, Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini, Antonio Tajani, Niccolò Ghedini, Sestino Giacomoni, Valentino Valentini, Giovanni Toti, Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e Deborah Bergamini.

La riunione di domani, viene spiegato, sarà una giornata di festa per salutare il leader azzurro e per sgombrare le voci di chi accreditava il cosiddetto «asse del Nord» intento a costituire una sorta di Forza Italia bis. La gestione resterà collegiale e l'ultima parola, come sempre, spetterà a Berlusconi. L'incontro sarà l'occasione per fare il punto sul referendum. La linea di Forza Italia resta granitica sul «No» e le iniziative si moltiplicano. Ieri c'è stata la presentazione del «manuale ufficiale del Dipartimento Formazione di Forza Italia», un documento ricco di consigli, indicazioni e numeri utili a capire, perché è importante votare «No» e come contrastare la propaganda renziana. «Si tratta di un prezioso strumento che mettiamo a disposizione di tutti i Comitati» spiega Alessandro Cattaneo. «La riforma è un pasticcio ben lontano dalle promesse di Renzi, dalla diminuzione dei costi della politica che non c'è alla finta fine del Senato e del bicameralismo». Nello stesso giorno è arrivata la presentazione del Comitato del «No» da parte di Raffaele Fitto, insieme al sindaco di Lecce, Paolo Perrone. «Siamo stati contrari fin dal primo momento, la riforma non semplifica, anzi complica il sistema. Si è scelto il combinato disposto con la legge elettorale che consegnerà al primo partito, senza contrappesi, non solo un'ampia maggioranza alla Camera, ma anche la possibilità di determinare quasi tutto rispetto ai massimi organi di garanzia».

Forza Italia si prepara all'appuntamento referendario anche attraverso una convocazione «dal basso» dei suoi deputati. Al Capranichetta di Roma una ventina di parlamentari di centrodestra (tra cui Renato Brunetta, Alessandro Pagano, Massimo Corsaro, Ignazio La Russa, Eugenia Roccella, Massimo Palmizio, il sindaco di Ascoli, Guido Castelli), su iniziativa di Fabrizio Di Stefano, si riuniscono in un originale format con un tavolo disposto a ferro di cavallo per favorire il confronto. Tutti invocano la necessità di riaprire il dialogo tra le varie anime, favorire quello interno a Fi, rafforzarne l'identità e mettere fine alla diaspora, tornando a difendere posizioni chiare. In termini politici, promette Pietro Laffranco, disco rosso a qualunque tentazione neocentrista e filorenziana e massimo impegno sul referendum, «la battaglia delle battaglie» per dirla con Francesco Paolo Sisto. «Siamo come i genieri, vogliamo gettare ponti per costruire strade» dice Alberto Giorgetti. E Paolo Russo aggiunge: «Il dato valoriale è che nel centrodestra sul referendum siamo tutti dalla stessa parte, è un'occasione di incontro spontanea che aiuta a mettere in rete le nostre energie, dobbiamo approfittarne».

«Altrimenti» conclude Renata Polverini «possiamo anche lasciare la politica e tornare ai nostri mestieri».

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