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D'Alema aizza i giovani Pd contro la segretaria Schlein. "Vi negano il congresso"

Massimo D'Alema infiamma i giovani del Pd alla "rivoluzione" contro Schlein

D'Alema aizza i giovani Pd contro la segretaria Schlein. "Vi negano il congresso"

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Massimo D'Alema infiamma i giovani del Pd alla «rivoluzione» contro Schlein. L'ex presidente del Consiglio sgancia bordate contro la segretaria e incita i ragazzi alla rivolta. Da Napoli, città nella quale ha preso parte giovedì sera con Antonio Bassolino a un incontro pubblico su Enrico Berlinguer, D'Alema aizza i piccoli democratici: «Se fossi in voi mi incazzerei. A 28 anni io ero in direzione nazionale, a voi non fanno fare nemmeno il congresso». Il lider maximo vuole il sangue: occupate il Nazareno contro la decisione della Schlein di tenere congelato il congresso della federazione giovanile. È una chiamata alle armi che spiazza anche il pubblico. Nelle parole di D'Alema traspare, però, tutto il senso di una resa dei conti con la nuova leader del Pd. Non è un mistero che Schlein abbia scelto come padrini della sua segreteria Pierluigi Bersani e Romano Prodi, rottamando l'ex leader dei Ds. Deluso e fuori dai giochi, D'Alema (come ai tempi di Renzi) prova a incendiare l'opposizione contro la Schlein. Al netto della battaglia personale dell'ex premier rosso, il congresso dei giovani Pd è diventata una barzelletta. Da cinque anni l'assemblea va avanti di rinvio in rinvio. Si sono alternati tre segretari, Zingaretti, Letta e Schlein. Ma la musica non cambia: tutto congelato. Il valzer è iniziato con l'era Zingaretti. Il congresso dei giovani si riunisce per eleggere il segretario. A contendersi la poltrona sono in due; Caterina Cerroni (che ora è deputato) e Raffaele Marras. Il risultato è bilico. Scarto di voti minino: partono i ricorsi. E pure i contro-ricorsi. In realtà Beppe Provenzano non accettava la sconfitta della sua fedelissima Cerroni e fece saltare tutto. Si tenta una mediazione. Nulla. Si arriva all'era Letta. Ecco, un nuovo congresso. Ma solo sulla carta. In campo ci sono tre nomi: Tommaso Sasso (anche lui vicino a Beppe Provenzano), Claudio Mastrangelo, pescarese e segretario provinciale dei Pd di Pescara e Paolo Romano, consigliere regionale del Pd in Lombardia. Anche in questo caso l'esito non è scontato. Il congresso non si celebra. Nel frattempo al Nazareno sbarca Schlein. Ma nulla si muove. Provenzano, da sempre controlla la federazione giovanile, vuole imporre l'elezione di Sasso. Alla segretaria piace Romano. Si rischia lo scontro Schlein-Provenzano. Che poi avrebbe ripercussioni sulla già fragile segreteria. E allora l'unica soluzione resta quella di mettere tutto in freezer. I democratici che non decidono. Sembra una beffa. Ma è realtà nel principale partito della sinistra italiana. Ora a rendere il clima ancor più teso è arrivata la zampata di baffino. Schlein, nervosa, incassa il colpo e non replica.

Già medita una vendetta fredda per Maximo.

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