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Dall'addio di Bugani a Dibba: Di Maio è sempre più isolato

Lascia il vice capo della segreteria di Luigi. Il ruolo di Casaleggio

Dall'addio di Bugani a Dibba: Di Maio è sempre più isolato

Roma - «Non possiamo stare tranquilli nemmeno in una domenica di agosto». La reazione dei parlamentari grillini, spiaggiati qua e là, è cinica e densa del pragmatismo appreso in questi anni all'ombra dei Palazzi del potere. La pietra dello scandalo, stavolta, è un'intervista di Max Bugani al Fatto Quotidiano. Anzi due. E lo vedremo qualche riga più avanti. Intanto la cronaca. Il consigliere comunale di Bologna, socio dell'Associazione Rousseau, vice capo segreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi ha deciso di lasciare quest'ultimo incarico e ha annunciato: «Lascerò anche i ruoli di referente del Movimento in Emilia Romagna e dei sindaci». L'esponente storico del Movimento, che resta nel consiglio comunale, ha spiegato: «Se dovessi rendermi conto che la mia permanenza nell'Associazione Rousseau può diventare un problema per Davide Casaleggio, non avrò problemi a farmi da parte. Voglio troppo bene ai miei soci e all'associazione». Ma torniamo al casus belli, l'altra intervista rilasciata il 19 giugno scorso. È lo stesso Bugani a rivelare il motivo del suo auto demansionamento: «È iniziato tutto dopo la mia intervista al Fatto del 19 giugno, in cui auspicavo unità nel Movimento e sostenevo che Di Maio e Di Battista non sono alternativi ma complementari. Poche ore dopo mi chiesero di non rilasciare più interviste». La richiesta ha squarciato il velo di Maya della rivalità tra il vicepremier e Dibba.

L'altro fatto della giornata è il crescente isolamento del capo politico. A scappare dalla casa in fiamme non è più qualche parlamentare vicino a Roberto Fico, ma sono gli uomini di Casaleggio. Come lo è Di Battista. Uno che, ricordano i più esperti navigatori delle acque pentastellate: «Non viene dalla militanza sul territorio nelle fila del M5s romano ma è stato lanciato direttamente da Gianroberto». Un prodotto mediatico, perfettamente riuscito, confezionato negli uffici della Srl milanese. Per andare oltre le dichiarazioni impaurite degli amici di Di Maio basta unire i puntini. Quando l'intervista di Bugani era già in pagina, pronta per andare sotto le rotative, Di Battista dal caffè della Versiliana attaccava Salvini come forse mai aveva fatto prima d'ora: «A me ne non me ne frega niente dei cocktail, si ubriacasse». E poi: «Non capisco perché Salvini mi debba attaccare sul personale, mi dà pure troppa importanza. Io sollevo questioni politiche da pubblico cittadino, non pagato da denaro pubblico come fa lui. Per cui mi risponda su questioni politiche». Nel giorno del suo compleanno l'ex deputato ha ricevuto una miriade di auguri social, e per incoraggiare «il nostro guerriero» si sono mossi una serie di account molto seguiti dai simpatizzanti pentastellati. «Casaleggio cerca un candidato premier» scriveva Il Giornale l'11 giugno, menzionando Dibba tra i papabili. E i rapporti tra il presidente di Rousseau e Di Maio non sono più idilliaci da quando il capo politico si è impuntato sulla riorganizzazione. Ieri Di Battista ha scritto «sei un grande» commentando un video pubblicato dalla pagina Facebook di Bugani. La clip è il «Discorso allo spogliatoio» tratto dal film Ogni maledetta domenica.

Come quelle in cui non si può stare tranquilli, nemmeno sulla spiaggia.

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