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Anzaldi: "Dall'Orto è come Schettino: va commissariato"

«Un errore sceglierlo come dg. Pronti ad azzerare tutto il Cda e a togliere i soldi del canone»

Anzaldi: "Dall'Orto è come Schettino: va commissariato"

Milano Il dg Dall'Orto, scelto da Renzi, sembra aver perso definitivamente l'appoggio dei renziani. «È stato un errore nominarlo - ammette Michele Anzaldi, segretario Pd della Vigilanza Rai -, il suo curriculum era ottimo e ci era sembrato il più adatto a rinnovare la Rai, ma ci sbagliavamo. Anche Schettino aveva un ottimo curriculum».

Dall'Orto lo Schettino di Viale Mazzini?

«Dico che anche Schettino sulla carta era il miglior comandante sulla piazza, con un'esperienza decennale sulle navi più grandi del mondo. Poi è andato lì e ha fatto il disastro».

Come l'attuale dirigenza Rai?

«Ma non è una mia impressione, sono i fatti. Non hanno sbagliato solo con Semprini, hanno chiuso tutti i programmi di informazione, hanno ridotto le edizioni dei tg. La Rai dopo 50 anni ha perso il primato dell'informazione politica, facendo un regalo alla concorrenza».

Ma non parlate coi vertici Rai visto che li avete nominati voi?

«Io ci provo quotidianamente, in via ufficiale, con interrogazioni e dichiarazioni pubbliche. Ma questi sono di un'arroganza mai vista, non ascoltano nessuno. Arroganti e malconsigliati. Gli abbiamo chiesto di limitare le assunzioni esterne, di fare il job posting, di abbassarsi i loro stipendi faraonici. E loro? Se ne fregano. Si fanno fare i pareri legali che dicono che hanno ragione e vanno avanti. Ora stanno chiedendo un parere a Flick (ex ministro ulivista della Giustizia, ndr) sui rilievi dell'Anac. Ma perché gli devi chiedere a Flick quando all'unanimità il Parlamento già ti ha detto cosa devi fare. Se procedono così, violando gli impegni, non è possibile rinnovare la concessione pubblica».

Dice sul serio? Significherebbe che la Rai perderebbe il canone pubblico, come concessionaria del servizio pubblico.

«Chi ha detto che, in questa situazione e con stipendiopoli, oltre al miliardo e mezzo che la Rai già prende, anche i 400 milioni di euro in più recuperati con il canone nella bolletta elettrica debbano andare per forza a Viale Mazzini? Mettiamoli a concorso, facciamo un bando con dei progetti di informazione e di servizio pubblico e vediamo chi lo fa meglio».

E Nel frattempo?

«Può succedere di tutto, ci sono molti fronti aperti, dall'Anticorruzione alla Corte dei conti a cui ho scritto una lettera dettagliata, fino al tribunale del lavoro che parla di comportamento antisindacale dell'azienda, con addebiti precisi e gravi. Se Dall'Orto non risolve queste situazioni può essere commissariato, poi votiamo un nuovo Cda e quindi un altro dg e presidente della Rai».

Lei li manderebbe via subito...

«Il problema non sono io, mi pare che a bocciare questa Rai siano innanzitutto gli italiani, che la seguono sempre meno. Se guardiamo gli ascolti, la qualità e l'offerta di informazione della Rai, dobbiamo prendere atto che l'esperienza di questa dirigenza sembra già finita. Raitre non c'è più, l'hanno chiusa».

Anche assumere la Bignardi è stato un errore?

«Non nostro, non l'abbiamo nominata noi, ma è tutta una catena di errori. Il dg sbagliato sceglie i direttori sbagliati che scelgono i format sbagliati».

Ma Renzi che dice?

«Renzi non la segue la Rai, prova ne è che chi subisce il massimo danno da chi non fa più programmi di informazione, a parte i soliti due o tre, è proprio il governo».

E i superstipendi Rai?

«Non se li sono ancora abbassati, aspettano l'ultimo momento per guadagnare il più possibile, ma ad ottobre diventa un obbligo di legge e saranno costretti. Potevano farlo prima, no? Avremmo risparmiato 2 milioni e la Rai avrebbe dato un bel segnale.

Invece niente, al solito».

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