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"Un danno fermare le città a 30 all'ora"

Salvini attacca Lepore a Bologna: "C'è il diritto al lavoro". Milano sarà la prossima a rallentare

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Da Bologna a Milano. E poi Verona, Roma, Firenze e Napoli. I sindaci «rossi» hanno ingaggiato, in nome di un ambientalismo talebano, una crociata, a colpi di ordinanze e divieti, contro cittadini e tradizioni. Piste ciclabili e fasce verdi ovunque. Al bando invece barbecue, falò e auto. Da Bologna arriva l'ultima follia che porta la firma di un'amministrazione Pd. Il sindaco Matteo Lepore, un volto in ascesa nella sinistra a trazione Schlein, ha disposto, dal 16 gennaio scorso, il limite di circolazione di 30 km all'ora in alcune zone della città, per tutelare il diritto all'udibilità degli uccellini. Il dispositivo, entrato in vigore da appena quattro giorni, ha già scatenato il caos. I cittadini, sul piede di guerra, minacciano di bloccare l'ordinanza con un referendum. Multe a raffica e disagi. Ci sarebbero difficoltà anche per la consegna dei farmaci a domicilio. C'è un precedente che riguarda Bologna e l'amministrazione rossa: il sindaco Lepore era già diventato famoso in passato per le sue misure green come le multe salatissime ai cittadini che organizzavano barbecue in casa.

Ma stavolta il progetto Bologna città 30 ha fatto scomodare il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini (foto): «Nel dispositivo del Comune di Bologna ho letto che grazie alla riduzione di 20 chilometri orari del limite massimo, si sentirà meglio il canto degli uccellini. Penso che il diritto al canto degli uccellini e all'udibilità del loro canto debba essere contemperato con il diritto al lavoro di centinaia di migliaia di persone perché multare chi va a 36 chilometri allora non vuol dire tutela dell'ambiente» - attacca il ministro dei Trasporti. Lepore, che dice di essersi già abituato al limite dei 30 km, respinge tutte le accuse: «Purtroppo in questi giorni si è scatenata una battaglia social mediatica contro Città 30 e la città di Bologna. Le fake news sono tantissime, si è come sempre scatenato tutto il circo mediatico della destra». La giunta Pd cerca di scaricare le colpe del pasticcio su Salvini: «Il ministro dovrebbe approfondire meglio il tema della sicurezza stradale, perché è proprio il Piano per la sicurezza stradale del suo ministero, recependo linee guida internazionali, ad indicare il limite dei 30 km orari come misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane» - spiega in una l'assessore alla nuova mobilità del Comune di Bologna Valentina Orioli. Si tratta però di un autogol che dà la possibilità a Salvini di controbattere: «Sorprende che l'amministrazione mi rinfacci quanto fatto dal ministro precedente, Enrico Giovannini, che aveva auspicato l'adozione di zone 30. Imporre il limite in tutto il Comune (e non solo nelle zone più a rischio) tradisce lo spirito della norma. Ho chiesto al mio ministero tutte le verifiche possibili a tutela dei bolognesi, e sono pronto al confronto con l'amministrazione, auspicando buonsenso e concretezza». Bologna è in buona compagnia. A Milano il sindaco Beppe Sala sta riempiendo la città di piste ciclabili e sta valutando di imporre limiti alla velocità delle auto e la chiusura del centro storico.

Mentre a Verona la fascia rossa Damiano Tommasi ha vietato i falò di Sant'Antonio per non inquinare.

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