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La "lezioncina" di democrazia (digitale) di Davide Casaleggio

L'intervento sulle colonne del Corriere del presidente della Casaleggio Associati, in cui parla dei "sette paradossi della democrazia"

La "lezioncina" di democrazia (digitale) di Davide Casaleggio

La lezioncina di democrazia di Davide Casaleggio. Succede che il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto, e presidente della Casaleggio Associati, ha scritto un intervento sulle colonne del Corriere della Sera parlando dei "sette paradossi della democrazia". Parole d’ordine? "A sbagliare non è mai chi vota".

"Aggrapparsi alle tradizioni ignorando le possibilità del presente crea sette brevi paradossi della democrazia", sostiene nell'incipit della lettera rivolta al direttore Luciano Fontana e pubblicata in cui l'imprenditore digitale stila il suo elenco fatto di paradossi democratici: paradosso del secondo incomodo, paradosso del luddista con lo smartphone, paradosso del delegante a sua insaputa, paradosso del decisore muto, paradosso dell’allenatore che si credeva attaccante, paradosso del partecipante sovversivo e, last but not least, paradosso del diverso che unisce.

Il succo del suo discorso? "Il rappresentato dovrebbe decidere sempre, salvo quando lo può fare solo il suo rappresentante", e "è curioso che a contestare che le scelte vengano prese da più di centomila persone, spesso sono gli stessi che tollerano che vengano prese da cinque persone o che si affidano quotidianamente a sondaggi di sole poche centinaia di persone", in ovvio e chiaro riferimento alla sua piattaforma Rousseau e all'importanza del voto online e della cittadinanza digitale di cui è assoluto fautore. E sempre a tal proposito, così sentenzia: "Una comunità che vota si unisce anche se ha opinioni diverse.

Una comunità che non fa votare si divide e allontana chi la pensa diversamente".

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