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Davos, sfida Greta-Trump: "La nostra casa a fuoco". "No ai profeti di sventura"

L'attivista svedese: "Voi non avete fatto niente". Il presidente: "L'America è tornata a vincere"

Davos, sfida Greta-Trump: "La nostra casa a fuoco". "No ai profeti di sventura"

Per uno bisogna ignorare i «profeti di sventura» sull'ambiente, per l'altra siamo nel mezzo di «una vera e propria crisi climatica». Nello scenario innevato di Davos la prima giornata del World Economic Forum si apre all'insegna della sfida tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la giovane attivista svedese Greta Thunberg. Due visioni opposte di mondo e di futuro. Da una parte l'ideatrice del movimento «Fridays for Future». Dall'altra, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che si presenta venti minuti in ritardo e che si trova davanti a un pubblico straripante.

Tutti ad aspettare il presidente, per ore in piedi e per accaparrarsi un posto nella Congress Hall, strapiena. I due non si sono incontrati di persona, ma hanno dialogato a distanza sul tema della sostenibilità ambientale e della lotta al cambiamento climatico, dopo le scaramucce su Twitter dei mesi scorsi. «La nostra casa è ancora in fiamme, niente è stato fatto. Mi chiedo, in quale modo spiegherete ai vostri figli il vostro fallimento e quale scusa userete per averli lasciati da soli ad affrontare il caos del clima che voi stesso avete generato?», ha detto in un durissimo intervento Greta Thunberg, durante il panel ospitato dal New York Times. L'attivista svedese ha attaccato, dicendo che «la vostra inettitudine sta alimentando le fiamme ora dopo ora» ed evidenziando: «Parliamoci chiaramente. Noi non abbiamo bisogno di un'economia a basso tasso di emissioni di Co2. Le emissioni devono semplicemente essere fermate». Solo così, secondo quanto sostenuto da Greta, si potrà rispettare l'obiettivo di contenere le temperature e di abbassarle fino a 1,5 gradi, ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale, il target che scienziati e ricercatori pensano sia necessario per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. «Non si tratta di destra o di sinistra. Non potremmo essere meno interessati ai partiti politici» e ha concluso: «Da un punto di vista della sostenibilità, destra, sinistra e centro hanno tutti fallito. Nessuna ideologia politica o struttura economica è stata in grado di risolvere il problema del clima e l'emergenza ambientale».

Dall'altra parte Donald Trump, che è intervenuto poco dopo Greta in un panel diverso. Giunto a Davos durante il primo giorno del processo di Impeachment al Senato, dove a Washington deve difendersi dalle accuse di abuso di potere e ostruzione al Congresso nell'ambito dello scandalo Ucrainagate, Trump si è scagliato contro «i profeti di sventura» e «le previsioni di apocalisse». Insomma, era chiaro a chi si stesse riferendo. «Dobbiamo respingere gli eterni profeti di sventura e le loro predizioni di apocalisse», ha detto. In un precedente dibattito, Greta Thunberg aveva appena partecipato a un dibattito su come «evitare l'apocalisse climatica». Trump, dopo aver elogiato l'andamento dell'economia con la sua presidenza, ha continuato «non è il momento del pessimismo, dubbi e paure non vanno bene. È il tempo dell'ottimismo e dell'azione. Ci vogliono veder messi male, ma questo non accadrà», ricordando anche le previsioni del secolo scorso di una crisi di sovra-popolazione mondiale, di carestia globale o di crisi petrolifera, che non si sono verificate. «Non lasceremo mai che il socialismo radicale distrugga la nostra economia». In America «vediamo quello che i pessimisti si rifiutano di vedere», cioè che un'economia robusta e vibrante, mirata al futuro e che spinge alla creatività, è abbastanza forza da superare ogni ostacolo ha aggiunto Trump, che ha fatto un lungo e dettagliato elenco dei miglioramenti economici Usa sotto la sua presidenza, a partire dall'occupazione. «L'economia americana verteva in uno stato penoso, prima che la mia presidenza iniziasse. Le prospettive erano tetre secondo diversi economisti». «Il sogno americano - ha spiegato il Presidente - è tornato forte e vigoroso come mai prima». Sotto la sua presidenza, gli Stati Uniti sono usciti dall'accordo Onu sul clima, non è un mistero che Trump non è mai stato un sostenitore del movimento Fridays For Future, nè della lotta al cambiamento climatico. Ieri ha così rispedito le accuse alla giovane mittente. Senza prima tendere un sottilissimo e striminzito ramoscello d'ulivo: la partecipazione all'iniziativa «1 miliardo di alberi contro il cambiamento climatico».

Un sassolino nel mare.

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