Politica

De Bortoli asfalta Renzi: "Meschino, opportunista e pure grasso"

L'ex direttore del Corriere della Sera torna a sparare a zero contro il premier: "È un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra"

De Bortoli asfalta Renzi: "Meschino, opportunista e pure grasso"

Ferruccio De Bortoli torna a sparare a zero contro Matteo Renzi. Questa volta l'invettiva contro il premier muove dalla rivista Linus che è tornata in edicola con una nuova veste.

Il primo affondo di De Bortoli era arrivato nell'editoriale d'addio alla direzione del Corriere della Sera. In quell'occasione aveva definito Renzi un "maleducato di talento". A stretto giro era arrivato l'editoriale sul Corriere del Ticino sulle cui pagine De Bortoli rideva delle elezioni regionali. La batosta incassata dal Partito democratico aveva fatto "abbassare un po' le penne" al premier. Quindi l'affondo su Linus riportato dal Fatto Quotidiano. "Renzi parla di sé in terza persona - tuona - è fantastico. Lui pensa che per governare basti raccontare una bella storia al Paese". E giù a demolire il renzismo: "È un prodotto di sintesi del berlusconismo di sinistra. È la dimostrazione di come il Pd, che ha sempre combattuto Berlusconi, sia stato conquistato da un suo clone. Ultimamente però inizia a battere qualche colpo a vuoto, tanto da sembrare in uno stato quasi confusionale".

Nell'editoriale su Linus De Bortoli accusa poi Renzi di essere "meschino" per non aver difeso Ignazio Marino nello scandalo Mafia Capitale. Eppure è stato lui a scegliere "un chirurgo genovese che non sa nulla di politica, una sorta di Forrest Gump". "Non è buona norma - scrive De Bortoli - scaricare i propri candidati nel momento in cui non ti servono più. Lo trovo meschino". Questo perché "se ti limiti a scaricare chi non ti conviene più non sei uno statista, sei un'opportunista".

De Bortoli se la prende con Renzi anche per l'aspetto fisico. Lo mette sul banco degli imputati perché è grasso.

"L'Italicum, un mostro - scrive De Bortoli - è stato disegnato come un abito su misura per un premier con la tendenza alla pinguedine".

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