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De Masi, il "nuovo" ideologo dei Cinque stelle che faceva incetta di poltrone con Bassolino

Il sociologo recordman di incarichi con il Pd: dall'assessorato al Parco del Cilento

De Masi, il "nuovo" ideologo dei Cinque stelle che faceva incetta di poltrone con Bassolino

Beppe Grillo sceglie il «collezionista» di poltrone del Pd per azzerare la disoccupazione in Italia. A Ivrea, all'evento Sum#01-Capire il Futuro in ricordo di Gianroberto Casaleggio che si è tenuto nelle Officine Olivetti c'è stato il battesimo del sociologo napoletano Domenico De Masi nei panni di guru dei grillini. Il leader del M5S ha affidato a De Masi il compito di scrivere il programma del Movimento in vista delle elezioni politiche. Di trasformare in proposte concrete le teorie demasiane sulla lotta alla disoccupazione. Il lavoro sarà il cuore della sfida dei pentastellati per approdare alla guida del Paese.

Il comico genovese prova, dunque, ad aprire le porte del Movimento agli intellettuali di sinistra come De Masi che fonda la propria ricetta del mercato del lavoro su un assunto: lavorare di meno e gratis, per azzerare la disoccupazione. Una metodo da applicare in tutti i settori. Tranne in quelli dove il sociologo napoletano ha occupato una poltrona. Se nel futuro del 79enne De Masi, ora, c'è solo il M5S, nel passato del docente di Sociologia del lavoro all'Università La Sapienza di Roma c'è stato tanto Pd. Una militanza segnata da una lunghissima collezione di incarichi. E non certamente gratis. Se oggi sull'onda dell'antipolitica, De Masi non nasconde le simpatie per Grillo, il professore di sociologia non ha mai fatto mistero del suo legame con la sinistra italiana: dal Pds fino al Pd.

Dalle giunte rosse, il guru dei grillini ha incassato incarichi e poltrone. Nel 2008, nel pieno dell'emergenza rifiuti in Campania, il presidente della Regione Antonio Bassolino nominò De Masi assessore regionale al Turismo. Un incarico che il professore lasciò dopo poche settimane perché incompatibile. Al suo posto arrivò Claudio Velardi. Nello stesso periodo, infatti, De Masi era anche presidente della Fondazione Ravello, una controllata dalla stessa Regione Campania. In quei giorni, gli incarichi per il vulcanico sociologo nato in Molise ma adottato da Napoli erano tre: assessore regionale, presidente della Fondazione Ravello e docente all'Università La Sapienza. De Masi lasciò la poltrona in Regione Campania ma conservò, fino al 2015, quella alla guida della Fondazione Ravello, mollata dopo uno scontro con Sebastiano Maffettone, consigliere per la Cultura del neogovernatore campano Vincenzo De Luca.

Nel frattempo, gli incarichi non sono mai mancati per l'ideologo del M5S: è passato dalla presidenza dell'Ente Parco del Cilento a un incarico di vertice nel Parco del Gran Sasso. Collezionista di poltrone e idee singolari sui temi sociali, De Masi, nel gennaio di quest'anno, incrocia Beppe Grillo: un matrimonio che partorisce una ricerca di 300 pagine Lavoro 2025 sul futuro mercato del lavoro. Il fulcro della ricetta demasiana è di ridurre le ore di lavoro agli occupati (da 40 a 36 ore settimanali) per cederle ai disoccupati.

L'accademico ipotizza anche la creazione di un'app dove gli occupati possono mettere a disposizione dei disoccupati le ore di lavoro. Lavorare di meno, per lavorare tutti: un messaggio che il M5S ha in mente di utilizzare come slogan per la campagna elettorale. Una teoria che De Masi ha illustrato alla Leopolda in salsa grillina a Ivrea. Il sociologo è pronto a passare dalle poltrone democratiche a quella di guru del M5S. C'è un'altra costante che ha segnato l'impegno nelle Istituzioni di De Masi: ovunque sia stato se ne è andato sbattendo la porta. Non sarà difficile farlo anche con Beppe Grillo.

Tutti gli amori all'inizio sembrano intramontabili.

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