Magistratura

De Pasquale imputato e promosso

Il pm sotto accusa per il caso Eni-Nigeria nominato referente milanese per Eurojust

De Pasquale imputato e promosso

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«Ha avuto specifiche esperienze professionali nei procedimenti aventi ad oggetto le grave forme di criminalità di competenza dell'Eurojust, segnatamente corruzioni, riciclaggio e frodi fiscali». Con questa motivazione il capo della Procura di Milano, Marcello Viola, ha nominato il procuratore Fabio De Pasquale come magistrato di collegamento con Eurojust, l'organo investigativo internazionale dell'Unione Europea. Un curriculum, quello posto alla base della nomina, sicuramente esatto ma altrettanto sicuramente privo di un paio di dettagli. Uno: i più importanti tra i processi per corruzione internazionale condotti da De Pasquale e citati nella motivazione si sono risolti in un disastro per la Procura milanese, con l'assoluzione di tutti gli imputati. Due: per la sua conduzione di uno di essi De Pasquale è sotto processo a Brescia per rifiuto di atti d'ufficio, imputato per avere tenuto nascosti alle difese e ai giudici documenti che avrebbero compromesso il castello d'accuse della Procura.

Il processo a De Pasquale è in corso, la fine non è prossima, De Pasquale e il suo avvocato Massimo Dinoia sono convinti di portare a casa l'assoluzione piena. E probabilmente è con giusto spirito garantista che il procuratore Viola non ha inserito le vicissitudini giudiziarie del suo «vice» nel curriculum valutato per la nomina. Meno comprensibile è perché non sia stato ricordato che l'esito di processi in cui De Pasquale e la Procura avevano investito anni di lavoro e ingenti risorse è stato infausto, come nel caso dei processi all'Eni. Nel decreto si dice solo che De Pasquale ha indagato su «importanti casi in materia di corruzione internazionale, caratterizzati dalla scoperta di ingenti flussi di denaro asseritamente destinati alla corruzione»: dove l'avverbio «asseritamente» è un modo elegante per dire che quella era solo l'idea di De Pasquale ma che i giudici sono stati di diverso avviso e hanno assolto tutti. Né si aggiunge che pur di vincere il processo Eni De Pasquale aveva chiesto che venissero tenuti nel cassetto anche i verbali sulla loggia Ungheria, che dimostravano che il suo superteste era un millantatore.

La carica assegnata a De Pasquale non è di grande potere e non prevede aumenti salariali, ma consente di rafforzare i legami internazionali che da sempre sono la passione del baffuto pm milanese. Sarà lui a gestire per tutto il distretto di Milano i contatti con gli inquirenti comunitari per le indagini sui reati transnazionali, un ruolo comunque di prestigio tanto che a candidarsi per la posizione erano stati altri tre colleghi tra cui una veterana delle inchieste antimafia come Cecilia Vassena. Ma De Pasquale ottiene il posto anche perché «ha conoscenza approfondita della lingua inglese ed è ampiamente in grado di relazionarsi in lingua francese in occasione di riunioni».

Insomma: se poteva sembrare inconsueto che De Pasquale facesse in contemporanea l'imputato e il pm, l'accusato e l'accusatore, oggi il nuovo incarico certifica che non c'è niente di strano. Si può venire accusati di avere violato le regole del processo, e venire mandati a rappresentare la giustizia italiana all'estero.

Chissà cosa ne penseranno a Eurojust.

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