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Decaro vuole scalare il Pd e trasformarlo in "Forza Sud"

Il sindaco di Bari punta al Nazareno. Prima tappa: fare il capolista dem alle Europee nel Mezzogiorno

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Il Pd riparte da Eboli. Si mette in cammino il fronte del Sud, che vuole scalare il partito e piazzare Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale dell'Anci, al posto di Elly Schlein. Il partito dei cacicchi scalda i motori, quasi una Forza Sud. La nuova corrente dem è nata sull'asse Napoli-Bari. I due sindaci, Gaetano Manfredi e Antonio Decaro, hanno stretto un patto di ferro politico ed elettorale. Obiettivo dichiarato: prendersi il Pd. La prima tappa della marcia verso il Nazareno sarà il voto, nel giugno del prossimo anno, per le Europee. Il sindaco di Bari sarà in campo e punta a essere il capolista del Pd nel Mezzogiorno. É la prima battaglia da vincere contro Schlein che vorrebbe affidare il timone della lista a un nome di forte impatto mediatico: Sandro Ruotolo o Lucia Annunziata sono le due alternative. Il fronte del Sud coltiva però una pazza idea: Decaro più votato in Italia. Superando anche Elly Schlein, nel caso in cui la segretaria decidesse di correre come capolista. Un azzardo per conquistare sul campo il timone del Partito. La rete di Decaro, che sogna da leader, si estende da Polignano fino alla Calabria con l'appoggio del senatore Nicola Irto. In Campania, regione nella quale Stefano Bonaccini alle primarie ha vinto contro Schlein, c'è la fila per passare con Decaro. Il regista dell'operazione è Massimiliano Manfredi (fratello del sindaco), consigliere regionale ed ex deputato dem. É lui che sta organizzando il fronte campano pro-Decaro, facendo incetta di amministratori e consiglieri regionali. Contattato dal Giornale, Manfredi non nega: «Un'eventuale candidatura alle europee di Antonio Decaro sarebbe da accogliere con grande interesse e simpatia per due motivi. Il primo è che si darebbe voce al compatto fronte del Sud contro il ddl Calderoli che vuole di dividere in due il Paese chiedendo al Sud di partecipare ad una gara truccata in partenza che tenderà ad ampliare il divario di opportunità già presente e pesante nel paese. Il secondo è che si darebbe voce ai tanti amministratori non solo del Pd ma anche civici che si sentono ai margini di una politica romano centrica accentuato negli ultimi anni da una folle legge elettorale che fa finta di premiare merito e territorio ma in realtà premia solo ubbidienza e fedeltà a cordate di vertice» dice il consigliere regionale. Rifilando una stoccata alla gestione interna appiattita su nominati e ultimi arrivati in casa Pd. A Caserta Decaro strappa l'appoggio del sindaco Carlo Marino. L'urlo del sud spaventa Schlein. La macchina elettorale campana è accesa. In Calabria Irto non si sbilancia: «Sono segretario regionale del partito e sostengo i candidati della mia regione». L'asse, al netto posizioni di rito, c'è. E si consolida. Resta alla finestra il governatore della Campania Vincenzo De Luca che però potrebbe unirsi al partito del Sud e sposare la causa Decaro. «Non ora. Si vedrà in futuro», fa trapelare il suo entourage. C'è in gioco la partita per il terzo mandato. Un destino comune con altri due governatori dem: Stefano Bonaccini e Michele Emiliano. Il governatore dell'Emilia potrebbe anche lui imboccare la strada verso Bruxelles. Riflette e medita. Però intanto perde pezzi. Molti dei suoi sostenitori sono delusi dall'atteggiamento ambiguo e rinunciatario rispetto alla linea di Schlein. Emiliano fa buon visto e cattivo gioco. Ha deposto le armi contro la segretaria. Appoggia Decaro e spera nella candidatura al Parlamento nel 2027.

Se passa la deroga per tutti al terzo mandato resta in Puglia alla guida della Regione.

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