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Def, dubbi sulla manovra: "Correzione da 15 miliardi"

L'Ufficio parlamentare per il bilancio mette nel mirino il Def e rispolvera il rischio dell'aumento Iva: "Difficile disattivare clausole"

Def, dubbi sulla manovra: "Correzione da 15 miliardi"

Tegola sul Def. L'ufficio parlamentare per il bilancio boccia per il momento i piani del governo. Secondo l'ufficio tecnico serve una correzione da 15 miliardi per il 2018 pari allo 0,9 per cento del Pil. "Il quadro programmatico della politica di bilancio è sostanzialmente indefinito - ha spiegato il presidente dell'Upb, Giuseppe Pisauro, nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato - dando per scontato l'intervento da attuare con il decreto di aprile (0,2 punti di Pil nel 2017 e 0,3 negli anni successivi) e assumendo l'annullamento delle clausole di salvaguardia annunciato nel Def, sarebbero necessarie misure correttive nette per 0,9 punti di Pil nel 2018 e 1,4 punti in ciascuno dei due anni successivi". Poi l'Upb rincara la dose e punta il dito contro il governo e contro via XX settembre che non avrebbe indicato interventi concreti su questo piano: "Sul contenuto di tali interventi - ha osservato ancora il presidente dell'Upb - le informazioni sono pressochè assenti: nel Def si evocano soltanto azioni 'sul lato delle spese e delle entrate comprensive di ulteriori interventi di contrasto dell'evasionè. Non solo: l'entità delle misure lorde finalizzate al reperimento delle risorse occorrenti dovrebbe essere maggiore, in quanto - si legge nel Def - 'il Governo intende anche trovare spazi per operare misure espansive e di riduzione della pressione fiscale in continuità con le misure introdotte negli anni precedentì". Secondo l'Upb, mancano, quindi, "indicazioni su caratteristiche e dimensione di tali interventi espansivi". Infine viene posta l'attenzione anche sulle "clausole di salvaguardia" che secondo l'Upb non possono essere disattivate del tutto. Va ricordato che in caso di attivazione di queste clausole potrebbe scattare l'aumento dell'Iva.

L'Upb sottolinea infatti che la disattivazione totale delle clausole di salvaguardia "appare di difficile realizzazione".

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