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Def, misure e rischi della prossima manovra

Con la nota di aggiornamento sono state programmate le misure presenti nella prossima legge di Bilancio, e escono i rischi sulla copertura

Def, misure e rischi della prossima manovra

Dal blocco dell'aumento delle aliquote Iva alla lotta all'evasione, dall'abbattimento del cuneo fiscale alla rimodulazione del ticket sanitario. Con la nota di aggiornamento del Def sono stati programmati gli interventi che saranno presenti nella prossima manovra di Bilancio, che dovrebbe essere presentata entro il prossimo 20 ottobre. Ma per ognuna delle misure previste che fanno quadrare la conta, ci sono dei rischi concreti riguardanti le coperture economiche, perché da qualche parte i soldi vanno trovati.

Andiamo per ordine. Il primo punto nell'agenda del nuovo Governo era quella di sterilizzare l'aumento dell'Iva; attraverso la nota di aggiornamento al Def sono stati trovati (anche prevedendo l'aumento del deficit) i 23,1 miliardi di euro per bloccare la "clausola di salvaguardia". Il regime Iva potrebbe subire, però, delle modifiche che ptrebbero non essere graditi a consumatori ed esercenti. Allo studio del Governo, difatti, c'è l'ingresso del meccanismo del cash bank su determinati acquisti, se questi venissero effettuati attraverso carta di credito o bancomat. In sintesi ci sarebbe una riduzione dell'iva applicata (circa di un punto percentuale) che verrebbe riaccreditata periodicamente. Per fare questo ci sono, però, dei problemi non di poco conto. In primo luogo ostacoli di carattere giuridico: l'Iva è un'imposta armonizzata a livello europeo e per prevedere l'istituto di aliquote diverse ma per la natura del venditore e non del compratore. Si dovrà chiedere, quindi, il "permesso" all'Ue e non è detta che venga dato il via libera. Inoltre c'è il secondo problema, di natura tecnica. Per mettere in piedi il cash bank i 3 milioni di Pos presenti in Italia andrebbero collegati ad un software per la restituzione parziale dell'Iva, attivando anche convenzioni con gli istituti bancari al fine di abbattere le commissioni. In sintesi, essere certi di riuscire a trovare parte delle risorse per evitare l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto attraverso queste misure comporta dei rischi non da poco sull'effettivo reperimento delle risorse.

Il secondo punto riguarda la lotta all'evasione, su cui il governo punta per il reperimento di buona parte delle coperture necessarie alla prossima misura. Dei 29/30 miliardi di euro (che probabilmente saranno le cifre della prossima legge di bilancio) 7,2 miliardi di risorse è previsto (o si spera) provengano proprio dal recupero dell'evasione. In realtà, l'esecutivo punta quasi tutto sull'incentivo ai pagamenti elettronici al fine di verifare la tracciabilità dei flussi finanziari. Nei fatti, il governo spera che 5 miliardi dei 7,2 dovrebbero arrivare dall’aumento delle aliquote Iva pensato per chi paga in contanti. In sintesi, non c'è certezza su queste cifra anche perché è difficile pensare che gli incentivi ai pagamenti elettronici azzerino di colpo le transazioni di moneta contante.

L'ultimo punto riguarda la riduzione del cune fiscale. Più soldi in busta paga per i redditi lordi che non superino i 26mila euro che doveva valere, in media, circa 1500 euro all'anno. Per questa misura sono destinati 2,7 miliardi nel 2020 e il doppio, 5,4 miliardi, nel 2021.

Per il prossimo anno, pertanto, si inizierà solo nel secondo semestre e, nei fatti, considerando il bonus Renzi di 80 euro, lo sconto fiscale sarà di 270 euro lordi, 45 al mese.

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