Politica

"Delinque fingendosi paladino della legge"

L'ex senatore Ds Diana coinvolto nell'inchiesta Cpl Concordia. Il gip: "Comportamento spregevole"

Napoli - Sotto la rassicurante parvenza di paladino del bene, si nasconde una «personalità doppiamente trasgressiva». È un diavolo dalla faccia buona, l'ex senatore Ds Lorenzo Diana. Indagato per concorso esterno con gli ex vertici della coop rossa Cpl Concordia per gli appalti del gas affidati alle ditte dei Casalesi, l'icona antimafia viene fatta a pezzi dal gip Federica Colucci nella ordinanza di divieto di dimora in Campania per abuso d'ufficio in un diverso fascicolo. Per il giudice, Diana «non solo non dimostra remore a commettere reati anche gravi ma agisce sotto l'egida di un difensore della legalità». Tanto che, mentre briga con un avvocato amico per ottenere una falsa attestazione Figc che consenta al figlio Daniele di partecipare a un master Fifa, non rinuncia a svolgere «attività di relatore in convegni sulla legalità insieme a magistrati noti per il loro impegno antimafia» accompagnato addirittura dalla scorta. Un comportamento che il gip definisce «spregevole».

E poco importa che l'ex parlamentare, stimato da Roberto Saviano che ne tesse le lodi in Gomorra , sia «formalmente incensurato» e anzi rivendichi in una intercettazione di aver contribuito a mandare in galera tre sindaci con «cinque pagine di dichiarazioni». Dagli atti raccolti dai pm Sirignano e Maresca emergono infatti «pregressi reati contro la Pubblica amministrazione non perseguiti» solo perché prescritti oltre che i gravi indizi di aver agevolato i tagliagole della cosca casertana a lucrare sul business della metanizzazione. I magistrati della Dda – annota ancora il gip – non hanno chiesto la misura cautelare pure per l'ex parlamentare solo perché è passato molto tempo dai fatti.

Lui ovviamente si difende attaccando il pentito Antonio Iovine che per primo lo ha indicato come il garante politico dell'accordo criminale. «È la vendetta di chi cerca di coprire gli ingenti patrimoni accumulati negli anni delegittimando chi come me è l'unica memoria storica in grado di ricostruire la sua carriera criminale». In realtà, a parlare di Diana – licenziato a tempo di record dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris dal vertice del Centro agro-alimentare di Volla di cui era da 4 anni presidente – sono altri tre pentiti. Uno dei quali, Nicola Panaro, rivela che l'ex parlamentare e l'allora sindaco di San Cipriano d'Aversa indicarono autonomamente il nome del subappaltatore a cui la Concordia avrebbe fatto aprire un cantiere. Non uno stinco di santo, ma un imprenditore colluso come tutti gli altri.

È sempre Iovine a parlare: «Noi del clan sapevamo che in quella zona aveva un peso politico l'onorevole Lorenzo Diana e per evitare problemi con la legge, preferimmo non intervenire direttamente. Ebbene, la ditta che fece i lavori era comunque una ditta nostra e cioè quella dell'imprenditore Pietro Pirozzi (…) Il sindaco che affidò i lavori a Pirozzi era Angelo Reccia, persona strettamente legata politicamente a Diana».

Quando la notizia delle indagini sul gas della camorra filtra sui giornali, Diana viene intercettato mentre parla al telefono con l'ex presidente dell'azienda modenese Roberto Casari (da due giorni in galera) che gli rinfaccia i guai che sta passando per l'appalto a Casal di Principe. «Ci sono andato, ricordi? Avevo delle perplessità, dopo fai lavorare la gente del posto e amen insomma – dice il manager – Quando ce lo hai chiesto, noi ci siamo andati, abbiamo cercato di fare le cose fatte bene e via che siamo andati, poi salta fuori questa cosa qua...».

Diana traccheggia al telefono. Dimostra di aver letto attentamente le anticipazioni sui siti locali ed è curioso di leggere l'avviso di garanzia per concorso esterno a Casari («Però occhio... comunque se puoi girarmi, posso darti la mia mail oppure...», gli suggerisce) ma al cellulare minimizza tutta la storia.

Convinto probabilmente che lo scudo dell'impegno antimafia e degli incarichi (premio nazionale Paolo Borsellino nel 2008 e premio nazionale Custode della legalità ) lo tengano al riparo da brutte sorprese.

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