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Il delirio sui social dei soloni della sinistra

Da Fazio a Saviano, i buonisti rossi in campo. Pure battute sull'«invidia» sessuale

Il delirio sui social dei soloni della sinistra

Adesso siamo al sesso degli africani. Al peggio non c'è limite e così ora si rovista fra consunte leggende metropolitane, evocando falli e membri di ragguardevoli proporzioni.

È l'ultimo fronte aperto dai maître à penser della sempre più smarrita gauche nostrana sul tristissimo caso della Sea Watch 3. Una storia penosissima da tutti i punti: l'Europa che si palleggia per 17 giorni 42 migranti; Salvini che finge di considerare la Libia, uno stato che non c'è, un paese come gli altri; la sinistra alla ricerca affannosa di un' identità che si inchina alla Capitana della nave nel tentativo di guadagnare briciole di popolarità.

Uno scenario drammatico in cui non ci è risparmiato nulla. E ora che Carola Rackete è stata arrestata fra battute irriferibili e grida belluine, la girandola dei commenti riparte fra allusioni e luoghi comuni sconfortanti.

Non si risparmia, ahimè, l'onnipresente Roberto Saviano. «Gli insulti sessisti a Carola Rackete sul molo di Lampedusa - twitta lo scrittore - rispecchiano una dinamica tipica: da un lato il sesso visto come aberrazione e vizio, dall'altro il senso di inferiorità che qualcuno ha in questo campo verso l'africano».

Insomma, l'inciviltà sarebbe figlia di una debolezza. Ancora più esplicita Alessia Morani del Pd: «Il tenore degli insulti manifesta, da parte di chi li ha pronunciati, un disagio sessuale notevole nonché una discreta invidia delle dimensioni anatomiche di altri uomini».

Davvero, si è disposti a toccare il fondo pur di guadagnare una citazione sui giornali e un centimetro di visibilità. Ma non c'è solo lo scontro di civiltà, con i colpi assestati sotto la cintura. C'è anche altro, perché tutto può andare bene pur di scalfire l'egemonia salviniana. Laura Boldrini su Twitter rilancia la querelle toccando un altro punto infiammato: «Chi salva vite umane normalmente viene premiato. Carola Rackete invece è stata arrestata e c'è anche chi, come un Salvini qualsiasi, riesce a esultare. Quando si criminalizza la solidarietà è un pessimo segnale».

Sviluppa lo stesso paradosso Luca Casarini, ex leader dei Disobbedienti e oggi capomissione della ong Mediterranea: «Il crimine non è stato commesso dalla capitana della Sea Watch ma da Salvini. Non si può non essere con Carola: in gioco ci sono i diritti umani. Quando si faranno i processi il tema sarà proprio l'assurdità della situazione e l'interrogativo da porsi sarà: da che parte stanno i veri criminali?». Casarini, che con i profughi ha trovato il modo di prolungare e anzi cronicizzare la contestazione riemergendo dagli archivi, processa il governo.

Ma anche Gad Lerner punta il dito contro l'apparato repressivo: «L'arresto della Capitana resterà una macchia indelebile di disonore a carico di uno Stato che calpesta il principio del soccorso in mare, fingendosi invaso da un equipaggio generoso e da migranti inoffensivi».

Infine, a chiudere questa parata, ecco Fabio Fazio che in realtà sfiora Lampedusa ma tocca un altro tasto incandescente: la possibile blindatura della frontiera con la Slovenia. « L'arresto di Carola Rackete, l'idea del muro sul confine in Friuli ...ma che mondo stiamo immaginando? L'esclusione - è la conclusione cupa - costruisce solo odio e rancore».

Come le gag da caserma sulla virilità di chi è rimasto in mare, davanti a Lampedusa, per 17 giorni.

E viene cosi svilito per la seconda volta.

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