Politica

Diciassettenne stuprata: trovato il violentatore, nei guai anche le amiche

Gianpaolo Iacobini

Indagato il presunto stupratore, sotto inchiesta le ragazze che ripresero le scene con un telefonino, prima di diffonderle con whatsapp. C'è una svolta nel caso della diciassettenne violentata nel bagno d'una discoteca a Sant'Arcangelo di Romagna. L'ha certificata il capo della Procura di Rimini, Paolo Giovagnoli, confermando l'apertura di un fascicolo a carico di un ventiduenne di nazionalità albanese accusato di violenza sessuale, indicato come l'uomo che avrebbe abusato della donna stordita dall'alcol. E se pure la notizia non trova ancora riscontro a Palazzo di Giustizia, nel registro degli indagati potrebbero presto finire anche i nomi delle conoscenti della vittima che filmarono la fase iniziale dello stupro, facendo in seguito rimbalzare il video su diversi cellulari. Novità che aiutano a definire meglio i contorni della vicenda, lasciando emergere dettagli agghiaccianti. La storia si consuma una domenica di marzo, di pomeriggio. In un dancing del paese romagnolo un gruppo di adolescenti si ritrova per una festa. Il locale, chiuso da aprile per il mancato rinnovo del contratto di locazione, in passato era stato oggetto di polemiche legate alla somministrazione di alcolici a minori. Quel giorno si balla regolarmente. La ragazza, iscritta alle superiori, incontra il giovane albanese. Si conoscono di vista. Bevono un paio di drink insieme. Impossibile dire se nel bicchiere venga versata droga: il ritardo con cui gli esami medici saranno effettuati non consentirà di appurarlo. Fatto sta che la fanciulla, all'improvviso assalita dal torpore, va in bagno per darsi una rinfrescata. È il suo ultimo ricordo. Poi buio pesto. Squarciato dalle immagini rinvenute dai carabinieri in più d'un telefonino. Sono le sequenze girate da due coetanee. Sorridono. In piedi sul water del bagno vicino, dall'alto inquadrano la loro amica. Immobile, quasi priva di sensi. Come fosse una bambola di pezza, gira tra le mani dell'uomo che le sta di fronte. Nessuno interviene, nessuno chiede aiuto. Confusa, in serata la studentessa fa ritorno a casa. E solo quando le immagini catturate nella toilette della discoteca arrivano pure ai suoi occhi, il dramma acquista consistenza: una visita ginecologica collega ad un possibile stupro i dolori al basso ventre, mentre i familiari sporgono denuncia. Il passato. Il presente. «La ragazza», dicono i legali della diciassettenne, gli avvocati Piergiorgio Tiraferri e Carlotta Angelini, «è spaventata, la sua vita non è più quella di prima. I genitori sono preoccupati, chiedono riserbo, hanno fiducia nella giustizia.

Aspettiamo che le indagini facciano il loro corso e confidiamo che si arrivi all'adozione delle giuste misure».

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