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Diciotti, soluzione benedetta I migranti li prende la Chiesa

La Cei, l'Albania e l'Irlanda arrivano in soccorso del governo. E Conte rivendica: «Non paghiamo l'Europa»

Diciotti, soluzione benedetta I migranti li prende la Chiesa

La tensione, altissima, con i partner europei. Il nervosismo interno alla maggioranza e al governo. Il tentativo del presidente della Camera, Roberto Fico di ritagliarsi un ruolo, fedele al suo profilo di uomo considerato vicino alla sinistra, e fare pressione su Luigi Di Maio, facendo trapelare di essere in contatto con il vicepremier. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ma anche lo stesso Salvini che lodano il lavoro della Guardia Costiera, La decisione a sorpresa dell'Albania che annuncia di essere pronta ad accogliere venti migranti, con tanto di tweet del ministro degli Esteri, Ditmir Bushati: «Italia! Non possiamo sostituire l'Europa ma siamo sempre qui. L'Italia ci ha salvato e oggi siamo pronti a dare una mano». Seguito a ruota dal ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney: «L'Irlanda accetterà 20-25 migranti della Diciotti, fatte salve le consuete condizioni e il controllo. La solidarietà europea è importante e questa è la cosa giusta da fare».

In tarda serata, poi, arriva l'annuncio della vera svolta (a sorpresa). I migranti sbarcheranno a breve e la maggior parte sarà accolta dalla Chiesa. È l'inaspettato finale di una partita a scacchi complicatissima quella giocata a vari livelli sulla questione della Nave Diciotti. Inaspettato e spiazzante, perché la mano decisiva per risolvere il rebus arriva «dai vescovi, che hanno aperto le porte, il cuore e il portafogli», dice il ministro da Pinzolo dove è in vacanza. Dunque la soluzione arriva da chi non ha risparmiato critiche alla linea dura del governo. Certo, i migranti restano in Italia, ma Salvini potrà almeno dire che non saranno a carico dei cittadini.

Il premier Conte su Facebook ringrazia e svela i numeri: «I migranti ancora a bordo della nave Diciotti sbarcheranno nelle prossime ore. Ringraziamo l'Albania, l'Irlanda e la Cei per avere aderito all'invito a partecipare alla redistribuzione. Ne accoglieranno rispettivamente 20, 20 e 100». Poi rinnova l'ultimatum all'Europa: «Siamo al lavoro per porre una riserva all'adesione dell'Italia al piano finanziario pluriennale in corso di discussione. A queste condizioni, l'Italia non ritiene possibile esprimere adesione a un bilancio di previsione che sottende una politica così incoerente sul piano sociale». «Non possiamo accontentarci - aggiunge - di uno spazio comune di mercato, di un'aggregazione di Paesi che si ritrovano sulla base di meri interessi economici».

Dunque lo scontro con l'Europa, dopo il nulla di fatto della riunione degli sherpa comunitari, resta più che mai acceso. Di Maio e Salvini provano a esperire anche tentativi diplomatici, con Enzo Moavero che da San Marino conferma che trattative sono ancora in corso. «È l'Europa che ha bisogno dell'Italia e non viceversa - incalza Salvini -. In questi anni l'Europa ha spremuto l'Italia come un limone. Finalmente c'è un governo non di servi, e quindi quando l'Europa ci chiederà il voto sul bilancio, che dovrà passare all'unanimità, ecco che il voto dell'Italia non ci sarà. I soldi che gli italiani versano a Bruxelles devono servire per difendere i confini europei, in caso contrario il problema lo risolveremo da soli». Il titolare degli Interni si appresta anche a incontrare martedì il primo ministro ungherese Viktor Orban. Un summit che provoca più di un mal di pancia tra i Cinquestelle, subito pronti a puntualizzare che non si tratta di una iniziativa del governo. Un distinguo anomalo che fa scattare la reazione delle opposizioni. «Palazzo Chigi, abbiamo un problema. Prima Moavero sbugiarda malamente Di Maio; oggi lo stato maggiore in parlamento dei Cinquestelle va dritto contro Salvini» dice l'azzurro Giorgio Mulè. «Conte provi a governare questo caravanserraglio».

Fratelli d'Italia, invece, con i capigruppo Lollobrigida e Ciriani scende in campo per difendere Salvini.

«Gravi le affermazioni dei capigruppo grillini che chiedono di negare fondi all'Ungheria di Orban proprio mentre Salvini è in procinto di incontrarlo».

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