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La Diciotti trova il porto ma nel governo è bufera

La nave verso Catania. Toninelli dà il via libera ma Salvini lo stoppa: i migranti li prenda la Ue

La Diciotti trova il porto  ma nel governo è bufera

È scontro tra Matteo Salvini e l'Europa sulla questione della nave Diciotti. I riflessi si sentono anche nel governo, con l'apparente braccio di ferro tra il leader leghista e il pentastellato Danilo Toninelli.

Il ministro dell'Interno non cede di un passo sulla sua posizione. Non vuole darla vinta a chi continua a pretendere che l'Italia sia ciò che è stata negli ultimi anni, ovvero il porto di un grande campo di accoglienza per gli extracomunitari. D'altronde è sempre stato coerente sulla linea adottata: o l'Ue ci aiuta o i porti resteranno chiusi e i migranti saranno riportati in Libia. «I maltesi - ha chiarito il ministro - non hanno dato grande prova di affidabilità, ma adesso sto verificando che i nostri uomini facciano quello che devono fare. A furia di dire non si può fare non si cambia niente, i trattati internazionali di possono e si devono rivedere».

L'annuncio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, nel pomeriggio di ieri su Twitter, ha chiarito ciò che sta accadendo: «I valorosi uomini della Guardia costiera hanno compiuto il loro dovere, salvato vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l'Europa faccia in fretta la sua parte». Il Viminale, però, fa sapere che Salvini non ha dato né darà alcuna autorizzazione allo sbarco finché non avrà certezza che i 177 migranti andranno altrove. Ovvero la Diciotti attraccherà, ma nessuno scenderà a terra finché non arriveranno le dovute risposte dall'Europa.

La nave sarebbe stata fatta attraccare in primis per questioni di sicurezza del personale, stremato dopo giorni di navigazione e delle persone ospitate a bordo, anche perché nei prossimi giorni si attende un'ondata di maltempo, ma soprattutto perché si aspetta una risposta dell'Unione europea che potrebbe annunciare a ore la disponibilità di alcuni Paesi a farsi carico di parte dei migranti.

Il ministro dell'Interno ha chiarito nella serata di ieri la sua posizione: «L'Italia ha accolto in questi anni 700mila immigrati sbarcati dal Mediterraneo, 160mila sono ancora ospiti (a spese nostre) di alberghi, caserme, agriturismi e appartamenti in tutte le Regioni. Basta - ha proseguito - il limite del possibile è stato superato, ricordando anche i 5 milioni di italiani poveri». E poi una nuova stoccata a La Valletta: «Voglio anche capire se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l'altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo, saremmo davanti all'ennesima prova dell'inesistenza dell'Europa, dove troppi paesi fanno i furbi a danno dell'Italia». Il riferimento va all'inchiesta aperta nelle scorse ore dalla procura di Agrigento.

Dall'Ue fanno sapere intanto, che sono al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. «Siamo stati contattati - hanno chiarito - dalle autorità italiane e stiamo consultando gli altri Stati membri».

Si smorza, invece, la polemica tra la Guardia costiera e il Viminale dopo che la Capitaneria di Porto aveva raccolto i migranti. Arriva, infatti, la notizia che esiste traccia della telefonata con cui dal barcone si è lanciato l'Sos all'Imrcc di Roma, cosa che, invece, Malta negava.

«Non c'è alcuna tensione tra il ministro dell'Interno e il comandante generale, ammiraglio Pettorino - spiega il delegato Cocer Marina Antonello Ciavarelli -, ma si deve solo risolvere la questione dal punto di vista politico perché Pettorino ha tutti i titoli per essere definito soggetto competente e che agisce secondo le regole del diritto internazionale e Salvini lo sa, visto che è stato in visita al comando generale».

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