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Le dieci cose da sapere sul fisco spione in banca

Entro fine mese banche e operatori finanziari dovranno consegnare all'Anagrafe tributaria tutti i dati degli italiani. Il manuale per capire cosa cambia su conti correnti, depositi e privacy

Le dieci cose da sapere sul fisco spione in banca

Aumentano anche a gennaio le entrate tributarie: secondo i dati diffusi ieri dal Tesoro nel primo mese dell'anno sono salite di quasi il 5% superando i 34,5 miliardi rispetto ai 33 miliardi dei gennaio 2015. Ma il fisco ha ancora fame. E per saziarla entro fine mese manderà il suo Grande Fratello a scandagliare vizi e virtù dei nostri conti correnti. Obiettivo: recuperare 20 miliardi. Già oggi l'Anagrafe tributaria ha in pancia i dati del 2011-2014 raccolti retroattivamente mentre quelli del 2015 andranno inviati entro il 31 marzo. Ecco 10 domande e risposte per capire meglio cosa cambierà per i contribuenti e come non farsi cogliere impreparati dall'incubo di Orwell.

1. Cosa finirà sotto la lente del fisco?

Banche e operatori finanziari dovranno inviare all'Anagrafe tributaria tutti i movimenti in entrata e in uscita, i saldi di inizio e fine anno, oltre alle giacenze medie dei conti correnti. Il monitoraggio interesserà anche operazioni fuori conto come richieste di assegni per contanti, bonifici, cambio valuta e cambio assegni, prodotti finanziari (come le quote di fondi) e assicurativi.

2. E chi ha una cassetta di sicurezza?

All'Anagrafe banche e operatori finanziari dovranno riversare anche la titolarità delle cassette indicando il numero di accessi l'anno e le posizioni in oro e metalli preziosi con relativi importi e operazioni effettuate.

3. Se ho il conto presso una banca estera verrò comunque «monitorato»? E se il conto è online?

Doppio sì se la società estera e la banca online operano con una stabile organizzazione in Italia o una filiale tricolore. I super poteri dell'Agenzia valgono anche per chi ha il conto al Banco Posta.

4. E se opero pagamenti, anche consistenti, attraverso Paypal?

Per i pagamenti di Paypal che si appoggiano a un conto corrente, via carta di credito, l'operazione automaticamente finirà sotto la lente dell'Agenzia. E anche se lo strumento Payapal viene usato solo come deposito, si tratta comunque di operazioni tracciabili su internet.

5. Quanto deve essere grande lo scostamento fra entrate e reddito dichiarato per far scattare l'allarme?

Non esiste una soglia come nel caso del redditometro che è un sistema di controllo diverso perché accende un faro sulle spese. 6. Il contribuente viene avvisato dell'indagine a suo carico? E se sì, dopo quanto tempo?Se dai sistemi emerge un'anomalia il contribuente viene avvisato quando partono gli accertamenti nei suoi confronti.

7. Se come contribuente vengo «attenzionato» dal Grande Fratello fiscale ha la possibilità di fornire spiegazioni sulle presunte anomalie riscontrate?

Sì, il contribuente potrà produrre ogni elemento utile per giustificare i propri movimenti finanziari, in contraddittorio con gli uffici preposti al controllo.

8. Cosa succede se faccio una donazione? Scatta l'accertamento?

«L'imposta sulle donazioni - spiega al Giornale l'avvocato Eugenio Briguglio, socio dello studio legale e tributario Biscozzi Nobili - colpisce innanzitutto quelle con atto pubblico davanti a un notaio e due testimoni e le donazioni indirette che si hanno ogni qual volta c'è un trasferimento di ricchezza a prescindere dall'atto formale. La tassabilità di queste ultime è tuttavia ancora materia di discussione».

9. Posso diffidare dalle intrusioni sul mio conto?

No. La privacy non si può applicare nei confronti dell'Agenzia.

10. Chi controlla i controllori?

Il giudice tributario in caso di contenzioso. «L'importante è comunque sempre partire dal presupposto di innocenza, e non di colpevolezza», conclude l'avvocato Briguglio sottolineando che il Grande Fratello in realtà esiste dal 1991. Ma prima i controlli erano casuali e intermediati dalla banca che prima di farli doveva ricevere una formale richiesta da parte dell'Agenzia. Ora le informazioni partono automaticamente e periodicamente dalle banche, l'Agenzia è autonoma nel monitoraggio. «Il problema non è che il fisco entri in possesso dei movimenti sul conto del contribuente ma come questi dati e queste informazioni verranno analizzate», aggiunge Briguglio.

E forse sta proprio lì il «lato oscuro» dell'Agenzia delle entrate di cui aveva parlato nei giorni scorsi il direttore Rossella Orlandi.

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