Politica

Direzione Pd, Renzi cambia idea sulla legge elettorale

Renzi a tutto campo alla direzione nazionale del Pd. Il dibattito è infuocato. Cuperlo: "Leopolda è un partito parallelo". Il segretario getta acqua sul fuoco: "Sono contro le correnti"

Direzione Pd, Renzi cambia idea sulla legge elettorale

Renzi oggi ha riunito la direzione nazionale del Pd. All'ordine del giorno diversi temi politici. Tra questi una discussione sul partito, su cui il premier però ha messo subito le mani avanti: "Oggi non facciamo conclusioni, o facciamo conclusioni che alimentano la discussione, perché pensare di concludere la questione della forma partito con una sola direzione è insufficiente". Si continuerà a parlare di questo tema, dunque, ancora per un po'.

"Stiamo attraversando - osserva Renzi - una stagione densa di una domanda di politica. Tutto ha una velocità doppia rispetto al normale. Questo porta a una prima pista di riflessione: come stiamo dentro una comunità internazionale di fronte" alle grandi crisi internazionali? Poi incalza i propri colleghi di partito: "Che fa un partito sulla politica internazionale? Discute o legge gli editoriali?". Un invito, questo, a volare alto e ad aprirsi al confronto, senza limitarsi alla "rassegna stampa".

Il premier si sofferma sulla manifestazione della Cgil, in programma tra pochi giorni: "Questo fine settimana un importante sindacato riunisce centinaia di migliaia di persone. Abbiamo un profondo rispetto indipendentemente dal dibattito che c’è tra di noi. C’è rispetto ogni volta che un’organizzazione importante affronta una prova di piazza". Ovviamente accanto al rispetto c'è il totale dissenso verso le ragioni che muovono la protesta della Cgil. Almeno nella maggioranza del Pd. Quanto agli incidenti di Torino, avvenuti lo scorso weekend, Renzi sottolinea che "abbiamo visto una sorta di

538em;">rigurgito antagonista, particolarmente vivo in quella città".

E ancora sulle manifestazioni, non sempre a senso unico: a Terni "mentre i sindacati giocano la piazza contro il governo", "una parte della piazza si rivolta contro le istituzioni ma anche contro il sindacato". A Genova "chi cerca di strumentalizzare l’alluvione viene a sua volta contestato dagli angeli del fango come quello che è, uno che cerca di fare campagna elettorale sulle tragedia".
Un accenno il premier lo rivolge anche al Movimento 5 Stelle: "È imbarazzante - osserva - che il M5S abbia espulso chi sul palco è salito per chiedere qual è l’organigramma. Tra noi ci dovremmo espellere in continuazione...".
Renzi si sofferma anche sullo stallo, in parlamento, per l'elezione dei membri della Consulta: "Partendo dal presupposto che questa legislatura arriva a 2018 e avrà importanti compiti davanti, impegni costituzionali che dovrà svolgere se matureranno per il Capo dello Stato, altri e alti ruoli, dovremo riflettere questo parlamento da 18 mesi è bloccato, messo in difficoltà da un blocco che continua a dire di no a tutto".
Il Pd deve affrontare anche il problema della formazione, tanto più in sistema basato sulle primarie che "in qualche caso ha prodotto dei pasticci" e bisogna sapere che "non c’è uno strumento decisivo per tutto". "Il combinato disposto primarie-esperienza amministrativa ha in alcuni casi, anche nei nostri Comuni, prodotto dei pasticci. Difendo le primarie, tutta la vita, ma devo riconoscere che senza un’adeguata preparazione amministrativa qualcuno dei nostri si è trovato arreso. Questo tema esiste". "Un partito che seleziona con la stragrande maggioranza dei casi con le primarie, in alcuni casi con la scelta degli organi di partito. In alcuni casi abbiamo vinto le elezioni senza le primarie, Chiamparino in Piemonte, in alcuni casi con le primarie - D’Alfonso - e in alcuni casi, in Sardegna, dopo che le primarie avevano dato un altro risultato e poi sostanzialmente si era frantumata l’unità della coalizione". Dunque, "non c’è uno strumento decisivo per tutto. Il coinvolgimento deve essere fondamentale, ma è un tema vero che ha fatto partire tra di noi la discussione partito solido o partito liquido".
Renzi si sofferma poi sul bilancio degli iscritti Pd e azzarda una sorta di esame comparato con i partiti di centro sinistra di altri Paesi, ma anche con Forza Italia: "È vero che c’è qualcuno che dice che Forza Italia ha più eletti che iscritti. Ma è pur vero che Forza Italia ha una struttura peculiare", dunque, "è difficile fare una valutazione per Forza Italia", ha spiegato il premier alla direzione del Pd.
Capitolo riforma elettorale. "Meglio il premio alla lista che alla coalizione", osserva il leader del Pd. "Serve una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince, è un passaggio decisivo". Renzi prosegue la sua analisi aggiungendo che "il Pd è un partito che vince per fare una legge elettorale in cui sia chiaro chi vince. Un passaggio chiave per l’Italia perché non c’è mai stata una legge elettorale che rendesse chiaro chi fosse il vincitore, nè con il Mattarellum nè con il Porcellum. Avere una legge elettorale che consegni un vincitore - sperando di essere noi - è possibile solo con il ballottaggio: è un grande risultato cui abbiamo lavorato anni sotto diversi segretari".
"Se non ci siamo noi l’alternativa è la piazza, talvolta xenofoba, e il populismo, c’è la vittoria di un fenomeno demagogico e populista che rischia di incrinare le regole del gioco - precisa Renzi -. Discutiamo, ascoltiamoci ma questa comunità che ha preso il 41% è l’unica speranza perchè l’Italia esca dalla palude nella quale si trova. Questo ci impone un surplus di responsabilità", osserva il premier.

Cuperlo: Leopolda è un partito parallelo?

"Che cos’è la Leopolda? - chiede Gianni Cuperlo -. Se capisco bene vi sono centinaia o più comitati che hanno la missione di sostenere le idee di Matteo Renzi. Io so che le correnti dominano la vita interna del Pd fin dalla nascita. Però dobbiamo essere chiari tra di noi, se tu che sei il segretario del partito costruisci e rafforzi un partito parallelo, tu scegli nei fatti un modello di partito. A quel punto non andremo verso un partito comunità ma verso ciò che già oggi - forse - siamo, ovvero una confederazione, un’aggregazione di componenti dotati ciascuno di una sua autonomia. È quello che vuoi? A me non pare un disegno né coraggioso né ambizioso".
Poi prosegue a testa bassa: "Io ho trovato giuste e suggestive le piste di riflessione che ha indicato Matteo. Ma, anche per vivacizzare la discussione, con la stessa sincerità voglio dirvi che sento una certa distanza tra le cose che diciamo qui dentro e le cose che succedono fuori: quale funzione spetta a questo partito, oggi, nel rigenerare una democrazia consumata alle radici? C’è una crisi morale nel Paese e in Europa, noi cosa vogliamo diventare? In
troppe realtà siamo soprattutto una macchina elettorale, e sullo sfondo assistiamo all’abbandono di un certo numero di persone e la conseguenza è un partito di eletti", ha aggiunto Cuperlo: "Sono il primo a non rimpiangere il partito che c’è stato fino a ieri, ma non è questione di procedure o norme di statuto, dobbiamo sciogliere il nodo di fondo: che idea abbiamo della democrazia? Il nostro partito è ancora in grado di organizzare una forza di donne e uomini che riescano a condizionare gli eventi?".
Interviene nell'acceso dibattito anche Stefano Fassina: "Un partito ha una cultura politica che deve essere condivisa e questo non va sottovalutato. Regole e disciplina vengono dopo".

La replica di Renzi

"Non sono per la confederazione, non voglio la confederazione e non credo alla circolazione extracorporea", ha replicato Renzi a Cuperlo. "Quando ho fatto la battaglia contro il partito non ho vinto, ho vinto le primarie quando un gruppo importante di classe dirigente ha scelto di scommettere su di me. Non è una questione di un gruppo di barbari dentro il partito, non consideriamo altri chi partecipa a campagne diverse".

La riforma elettorale all’esame del parlamento è "la risposta oggettiva e necessaria all’Italia". Renzi ha poi sottolineato tre punti: "Uno, l’esigenza di un vincitore, è fondamentale; due, la riduzione del potere di veto dei piccoli partiti, uno dei freni dell’Italia, l’esperienza dell’Ulivo e dell’Unione poi è stata messa in crisi dall’esplosione della coalizione; terzo punto, devi anche garantire quel sufficiente premio di maggioranza che consenta a chi ha vinto di avere un minimo di margine per provare ad essere responsabile di ciò che fa e colpevole di ciò che non fa".

"Questa storia della Leopolda come madre di tutti i nostri problemi è una considerazione largamente sovrastimata. Capisco che Gianni Cuperlo sabato abbia altro da fare", con la manifestazione della Cgil, "ma lo invito a venire domenica, lui che ha un sincero interesse intellettuale". Poi Renzi ha ribadito che "mai ci sarà una organizzazione parlallea sul territorio".


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