Cronaca locale

Disdette e appello social: la pizza "speciale" è salva

In 150 rinunciano al pranzo nel locale con i dipendenti autistici. Ma è corsa a evitare il flop

Disdette e appello social: la pizza "speciale" è salva

È una storia di lievito madre e piccoli miracoli. Complici un contrattempo (facciamo che lo sia stato), gli immancabili social e una provvidenziale propensione all'insonnia di buona parte degli italiani. Benedette pecore, la cui conta non ha evidentemente funzionato... Altrimenti, in piena notte, nessuno avrebbe raccolto la «richiesta d'aiuto» del fondatore di PizzAut di Cassina de Pecchi, in provincia di Milano e di conseguenza del suo staff, interamente composto da persone con autismo.

Poco prima, il locale aveva ricevuto il terrorizzante forfait di ben centocinquanta avventori per il pranzo del giorno dopo. Una disdetta di questa portata è in grado di gettare nel panico e nelle pesti qualsiasi esercizio e non si capisce neppure come abbiamo fatto a rendersi «indisponibili» in centocinquanta contemporaneamente. Ma rabbia e dietrologie sono cose sulle quali Nico Acampora (ideatore del progetto e papà di un ragazzo autistico), ha deciso di non soffermarsi neppure per un secondo e ha invitato anche i commentatori su internet a fare altrettanto. Si è invece limitato a postare in tardissima serata: «Occasione imperdibile. Abbiamo appena avuto una disdetta da 150 posti per domani a pranzo. Tralasciando ogni commento che vi prego di evitare anche nei commenti sotto al post, diciamo che la bella notizia è che si sono liberati 150 posti. Se vuoi venire domenica 5 marzo a pranzo vai su www.thefork.it e prenota subito».

Da Lollo a Matteo, da Alessandro a Lorenzo, da Gabriele a Francesco passando per Leonardo e Andrea: tutti con addosso i loro grembiuli e il loro «altrove», pronti ai propri posti. Fanno i pizzaioli, i camerieri, i maître di sala, i barman e avrebbero atteso invano di iniziare la loro danza quotidiana tra tavoli e dignità ritrovata. Le mani nella farina, l'impasto da far roteare in aria, i sorrisi, la cosa più difficile, per loro, da servire agli altri. Sarebbero stati lì ad aspettare invano, lì tra sedie vuote e tavoli sguarniti.

Ed è esattamente lì che è iniziato il piccolo miracolo. Lì che qualcosa (e soprattutto qualcuno), ha provveduto a sventare la tristissima prospettiva del locale lasciato vuoto. Una pioggia di prenotazioni è iniziata ad arrivare. Decine di persone hanno approfittato per prenotare un tavolo e in pochissimo tempo, la pizzeria è stata di nuovo, completamente riempita. Se lo meritavano. I ragazzi e anche Acampora che non si è limitato a un progetto professionale: i giovani vengono formati, hanno la possibilità di studiare insieme a psicologi ed educatori, di comprendere quale sia la mansione più adeguata alle loro capacità e inclinazioni, di riuscire a sentirsi auto-efficaci e in equilibrio con il mondo che in quel momento stanno attraversando. Cosa fondamentale, nel loro caso. Nel nostro Paese ci sono seicentomila persone con autismo e nessuna di loro è inserita nel mondo del lavoro. Così non si fa parte di una società, così si è un'importante parte periferica di una società.

Da Papa Francesco all'ex presidente della Camera, Roberto Fico, dal sindaco Giuseppe Sala ell'ex premier Giuseppe Conte, da Elio di Elio e le Storie Tese (suo figlio Dante è autistico), a Maria De Filippi, da Gerry Scotti all'ex rugbista Martin Leandro Castrogiovanni... l'attenzione mediatica non è mai mancata per i ragazzi di PizzAut. Ma il miracolo, quello piccolo, silenzioso, fatto da tanta gente sveglia nello stesso momento in una notte di febbraio, con la stessa voglia di fare la cosa giusta beh, quella non si era ancora vista.

Fino all'altra notte.

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