Politica

La disfatta di Renzi

Il premier è all'angolo con l'Europa, sulle unioni civili e anche sull'occupazione. Renzi scopre che gli annunci non bastano più

La disfatta di Renzi

Quando è arrivato a palazzo Chigi a bordo di una Giulietta bianca Matteo Renzi credeva che bastava qualche flash e qualche selfie con i passanti per convincere gli italiani. Quella Giulietta oggi ha già le ruote sgonfie e lo smartphone ha esaurito la batteria. Il premier, non eletto (ricordiamolo per chi si è abituato all'idea di Renzi a palazzo Chigi), si ritrova forse nel momento più difficile da quando si è accomodato sulle poltrone di Roma. In poche ore deve fare i conti con numerose batoste. La prima gliel'ha data l'Europa a cui chiede maggiore flessibilità. Prima il Ppe, poi Moscovici della Commissione Ue hanno gelato il premier con un secco "no". Lui fa finta di tirare dritto, ma in realtà sa che con Bruxelles non si scherza. E dato che sul fronte dei conti in Europa, come al solito è tornato con un pugno di mosche in mano, cerca riparo in Italia promettendo anche un reddito minimo di ben 320 euro mensili per i poveri. Mance su manche che però fanno sballare i numeri. Di fatto, prima che il reddito minimo possa prendere il solito volo che dagli annunci passi ad una norma spot per illudere qualche italiano in vista delle amministrative, ci pensa l'Istat a smontare i piani del premier e la sua punta di diamante, ovvero il jobs act. Il tasso di disoccupazione a dicembre 2015 risale, attestandosi all’11,4% dall’11,3% di novembre. Lo rileva l’ Istat, nei dati provvisori sul mercato del lavoro a dicembre 2015. Le persone in cerca di occupazione sono 2.898.000, in aumento di 18.000 unità su novembre (+0,6%).

Numeri, cifre chiare e tonde che non lasciano spazio alle parole del premier. Pure sulla riforma del lavoro il governo comincia a fare acqua. E come se non bastasse anche l'altro distrattore per l'opinione pubblica, le unioni civili si sta trasformando in un boomerang per il governo. Ncd minaccia il Pd: "Riflettete bene sulle adozioni", ha affermato Alfano. L'opposizione di centrodestra prosegue con il suo "no" alla stepchild adoption e il premier ha un partito spaccato in due. È questo il quadro della situazione: in mezzo c'è Renzi che comincia a sentire il fiato sul collo dei sondaggi che segnalano un Pd ben lontano da quel 40 per cento delle ultime europee. Renzi, negli ultimi sette giorni, ha dovuto nuovamente fare i conti con l'evidenza dei fatti. Che lui, col suo fare da imbonitore pare schivare. Ma i colpi arrivano e sono ben più dolorosi di quanto possa pensare. Il caso del crac banche non è stato ancora risolto e migliaia di risparmiatori hanno perso tutto grazie anche alle mosse del governo che non li ha saputi tutelare. Un governo e un premier che perdono di credibilità giorno dopo giorno, statua velata dopo statua velata. Dalla Merkel, Renzi, è andato col cappello in mano. Ha provato a cercare una sponda a Berlino per ottenere maggiore flessibilità sui conti. Ma anche da lì è tornato a mani vuote. L'unica soddisfazione che gli resta è il suo nuovo "Air Force One", pagato con i soldi dei contribuenti. Potrà volare in alto e accomodarsi su poltrone di pelle per provare a capire i motivi della sua disfatta. Una disfatta su tutti i fronti che dimostra una sola cosa: alle parole devono seguire i fatti.

Tweet e annunci non servono a sedurre gli elettori nè a riempire le tasche di chi ha perso tutto dopo averlo affidato nelle mani delle banche.

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