Cronache

Divieti di Stato folli e ipocriti

Divieti di Stato folli e ipocriti

C'è fumo e fumus. Lo sanno anche i sassi, ma per sicurezza lo ripetiamo: le sigarette fanno male. Anzi, malissimo.

Il fumo è un vizio stupido: non sfama, non nutre e danneggia la salute. Inoltre è caro, è uno dei pochi beni consumo che compri e immediatamente bruci. Nel senso letterale del termine. È totalmente inutile e apparentemente superfluo. Quindi incarna il vero spirito del vizio e finisce per diventare necessario.

Benissimo, fatte le doverose premesse bisogna tirare una conclusione: o le sigarette vengono messe al bando definitivamente (con tutte le conseguenze del caso) oppure non si possono perseguitare, insultare e marginalizzare i fumatori. Invece nei confronti dei fumatori c'è un vero e proprio fumus persecutionis. Oramai c'è più solidarietà nei confronti di chi si arrotola una canna rispetto a chi si accende una Marlboro.

Suvvia. Lo Stato non può essere lo spacciatore e allo stesso tempo il finanziere che bacchetta chi compra la «droga» che esso stesso vende. Guardia e allo stesso tempo ladro. Che togliessero quel benedetto marchio del Monopoli di Stato, se vogliono poter pontificare sugli innegabili malefici del tabacco. Invece i fumatori - chi scrive fa parte della maledetta categoria - è cornuto e mazziato, tartassato e sfottuto. Un bancomat deambulante dal quale lo Stato è sempre pronto ad attingere. Quante volte avete sentito dire «aumentano le accise sulle sigarette»? Ecco, appunto, troppe...

Per carità, nessuno chiede di tornare indietro al far west della sigaretta accesa ovunque: dai cinema ai ristoranti, dagli uffici alle aule di scuola. Ma la decisione del preside milanese sembra la ragionevole presa d'atto di un uomo di buon senso. Da che mondo è mondo gli studenti, tra un'interrogazione e l'altra, si chiudevano nei bagni a fumare una sigaretta. Appestando gli spazi comuni e quindi condivisi anche con i non fumatori. Che scandalo è prevedere all'interno di un istituto scolastico un'area nella quale consumare un prodotto legalmente venduto e per sovrammercato marchiato dallo Stato? È solo una battaglia pelosa e ipocrita.

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