Cronache

Domatore di un circo Monti ucciso dalle tigri

L'uomo era impegnato nell'addestramento di quattro esemplari nelle prove dello spettacolo

Orrenda fine per un domatore di grandi felini del circo Marina Monti, che da alcuni giorni stava effettuando spettacoli a Triggiano, nel Barese: è stato aggredito e ucciso da quattro tigri durante le prove. È accaduto intorno alle 20.

L'addestratore si chiamava Ettore Weber e aveva 61 anni. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, durante l'addestramento si trovava in una gabbia con il gruppetto di felini, quando è stato aggredito da uno di loro. Subito dopo, anche gli altri tre si sono accaniti contro di lui. Prontamente soccorso dal personale del circo, l'uomo è però deceduto a causa delle gravi ferite riportate.

Nonostante l'attenzione usata nei circhi e gli accorgimenti di sicurezza usati, drammatici incidenti di questo genere non sono rarissimi. I social sono pieni di immagini di questo tipo, poi rilanciate anche dalle testate online.

Qualche tempo fa per esempio, durante un'esibizione con animali feroci al circo di Lubansk, in Ucraina, il domatore egiziano Hamada Kouta, 32 anni, è stato aggredito da un leone. «Non voleva farmi del male, i miei leoni sono come dei figli» ha poi spiegato Kouta, che se l'è cavata con qualche ferita lieve. Non proprio un «lieto fine», ma gli poteva andare molto peggio. E ancora.

In un altro episodio di questo genere accaduto in Spagna: in questo caso il domatore è stato attaccato e sbranato da una tigre. Danny Gottani, questo il suo nome, è rimasto ferito alla gola, alla schiena e alle gambe. Gli inservienti del circo sono dovuti correre nella gabbia e prendere a bastonate l'animale per fargli mollare la presa.

Da anni gli animalisti si battono contro il «lavoro» svolto dagli animali sotto i tendoni: «Pochi minuti di spettacolo, non possono valere una vita intera di umiliazioni e sofferenza», spiegano i rappresentanti del Movimento che sottolineano come gli esercizi a cui leoni, cavalli, zebre, cani, e altri sono sottoposti ne snaturano i comportamenti non rispettandone i bisogni fisiologici.

A questo si aggiunge l'estrema pericolosità di certi «numeri» in gabbia.

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