Cronache

Donne contro donne Ecco la metà nascosta del fenomeno stalking

Elsa, lesbica perseguitata, e Antonella, vittima della moglie di un'amante: "Inutile denunciare"

Donne contro donne Ecco la metà nascosta del fenomeno stalking

Le donne sono più violente degli uomini. I maschilisti e gli amanti della retorica sono rimasti scioccati? Beh, col risalto fornito ogni giorno al tema del femminicidio, questa frase pare scesa dalla luna. Eppure a confermarla c'è un recente studio australiano, condotto da Carleen Thompson, Susan Dennison e Anna Stewart, tre apprezzate e referenziate prof (donne) della Griffith University (School of Criminology and Criminal Justice) di Brisbane. Il titolo è: Le stalkers donne sono più violente degli stalkers uomini? .

Lo studio ha fatto il giro d'Europa e degli Usa, ma in Italia è stato riportato ben poco, anche perché fanno troppo clamore le 179 donne uccise nel 2013, una ogni due giorni, con un aumento dei matricidi di oltre il 27% al sud, per lasciar spazio all'altra faccia della medaglia.

«Le donne sanno essere molto più perfide degli uomini, soprattutto nel lungo periodo», ci racconta Elisa, 33enne genovese, omosessuale -e se denunci un atto di violenza subìto da una donna ti ridono in faccia». Elisa vorrebbe denunciare per stalking la sua ex (una donna più matura e sposata, che la assilla al telefono da due anni, sia con squilli anonimi che con sms e chiamate anonime). E pare una favola, ma non ci riesce proprio. «Non posso permettermi un avvocato - dice Elisa- sono stata dalle forze dell'ordine e ho spiegato la situazione che mi tormenta da anni. Mi hanno detto di contattare la mia compagnia telefonica per avere il tabulato delle chiamate. Ho spiegato il mio caso all'operatore, che mi ha invitato a compilare un modulo. Sono ritornata al negozio, ma ho scoperto che quel modulo non esiste; stranamente c'è solo quello per avere il tabulato delle chiamate uscenti e non le entranti. Ho richiamato il servizio clienti, mi hanno consigliato di allegare due righe al modulo sbagliato e di inviare tutto via fax. Dopo una settimana mi è stato precisato che il modulo inviato non era appropriato. Quando ho richiamato mi hanno ripetuto le stesse cose. Ora sono trascorsi 6 mesi e mi trovo, non solo senza tabulati per poter esporre denuncia, ma anche con 50 euro in meno nel telefono».

Elisa è convinta che la causa di questa reticenza sia dovuta a come viene sottovalutata la violenza verbale se fatta da una donna. «La mia famiglia ha il terrore che questa storia diventi pubblica -continua- una figlia lesbica è un grande tabù e quando ho spiegato la situazione, anche l'operatore telefonico mi ha consigliato di lasciar perdere sottintendendo che sarebbe più grave la figuraccia rispetto a quello che posso ottenere».

Per la ricerca australiana:le donne sarebbero più propense ad azioni violente nei confronti della vittima perché consapevoli che i loro comportamenti saranno sottovalutati dagli altri e difficilmente giungerebbero all'attenzione delle autorità.

Inoltre, le donne stalker sarebbero meno inibite a perpetuare atti di violenza perché convinte siano comportamenti meno gravi quando messi in atto da loro, piuttosto che dalla controparte maschile. La violenza da parte delle donne nella cultura occidentale, risulta quindi più giustificabile, meno dannosa, meno condannabile, anche dalle donne stesse.

A dar peso alle parole di Elisa c'è Antonella, 40enne di Ancona che ha avuto una storia con un uomo sposato. Acqua passata, ma la moglie ha saputo tutto e nonostante la loro relazione sia finita, ha deciso di rovinare la vita dell'ex amante. Come? «Ricevo 20 sms offensivi a settimana e minacce di morte, dice di conoscere molti malavitosi e che mi farà tagliare la gola - confida Antonella- ho cambiato tre volte il numero di telefono ma l'ha sempre ritrovato. Ho parlato con due amici avvocati ed entrambi mi dicono che probabilmente la sopravvaluto, proprio perché è una donna. Inoltre denunciarla vorrebbe dire far sapere che ho frequentato un uomo sposato».

Casi che non rientrano in nessuna statistica, non sono trascritti denunce, non lasciano tracce. Solo silenzio. Ma che non si incastrano nel luogo comune che vuole la violenza dell'uomo legata a uno stereotipo maschilista, a un senso del possesso.

Che evidentemente c'è anche nelle donne.

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