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Il doppiogioco della Merkel: migranti accolti solo a parole

Si è rifatta l'immagine con la politica delle porte aperte. Poi li ha respinti tutti

Il doppiogioco della Merkel: migranti accolti solo a parole

Pochi mesi fa la sua foto con aggiunta di baffetti alla Hitler veniva bruciata in piazza ad Atene, ora è «Persona dell'anno» di Time, candidata al Nobel per la pace, premiata con il «Four Freedoms» dalla Fondazione Roosevelt. Il salto in alto dell'immagine pubblica di Angela Merkel più che all'impresa sportiva fa pensare al miracolo. Ed è tutto dovuto alla decisione di posizionare Berlino sulla linea di accoglienza incondizionata ai profughi. Ma il vero capolavoro politico della cancelliera è di mantenere questa fama avendo contemporaneamente frenato drasticamente l'immigrazione in Germania.Ci sono le dichiarazioni pubbliche, che restano sempre aperturiste. E ci sono i numeri: fino a gennaio 2016 quasi 3.000 migranti ogni giorno varcavano la frontiera tedesca. Oggi il flusso è ridotto a 150. Per chi ama le statistiche è una riduzione del 95 per cento. Fosse accaduto in Italia, Salvini sarebbe costretto a baciare la pantofola a Renzi e Alfano. E invece no. Perché la riduzione dei flussi non è dovuta a un miglioramento della situazione in Siria.

Al contrario, in Italia è tornata l'emergenza e in Grecia non è mai finita. Mentre rilasciava battagliere interviste in cui criticava la decisione di alcuni Paesi europei di alzare muri ricorrendo a soluzioni unilaterali (memorabile il suo «questa non è la mia Europa»), Angela Merkel è riuscita a cambiare i flussi e guadagnare un po' di respiro dalle pressioni dell'opposizione interna al partito, soprattutto da parte della Csu bavarese.Fondamentale è stata la chiusura della rotta balcanica, grazie soprattutto al muro eretto dalla Macedonia ma anche alla decisione dell'Austria di ripristinare i controlli alle frontiere. La Merkel continua a ripetere di «non essere grata all'Austria» per questo. Ma anche qui i numeri non tornano: il bilancio del programma di ricollocamenti da Grecia e Austria scopre il gioco della cancelliera. La Germania aveva promesso di accogliere una quota aveva promesso di accogliere 17.036 profughi, di cui 4.027 dall'Italia e 13.009 dalla Grecia. Al momento siamo ad appena 20 dall'Italia e 37 dalla Grecia. E qui il blocco austriaco non c'entra nulla, non si può dare la colpa al cattivone ungherese Orban e nemmeno al muro macedone, perché i ricollocamenti si fanno tranquillamente in aereo saltando tutte le frontiere e nemmeno si può dire che non ci siano profughi disposti a volare da Roma e Atene a Berlino, visto che è tutt'ora la meta più ambita.

La volontà politica dietro a questa svolta del resto è provata anche dall'attivismo mostrato dal governo tedesco nell'arrivare a un accordo con la Turchia. Accordo i cui effetti sono stati esemplificati ieri da Amnesty International: Ankara sta respingendo con la forza oltre la frontiera siriana un circa cento immigrati al giorno, tra cui donne e bambini. L'Unione europea ha replicato dicendo i respingimenti che non fanno parte dell'accordo e che vigilerà, ma è una posizione priva di qualunque credibilità.Quanto reggerà il bluff della Merkel? Difficile dirlo. Al momento i media che l'hanno celebrata restano fedeli alla linea. Il primo a scoprire il gioco è stato Werner Faymann, il cancelliere austriaco di cui fino a qualche tempo fa si diceva: «Entra nei vertici Ue senza un'opinione e ne esce con quella della Merkel». Ma il rapporto di alleanza/sudditanza è franato, svela un retroscena di Politico.eu, quando Faymann ha capito che Berlino aveva di fatto messo un tetto agli arrivi e che avrebbe scaricato il resto su Vienna. Feymann allora ha deciso di chiudere le proprie frontiere a danno dell'Italia.

E facendo così (inconsapevolmente?) ancora una volta il gioco della Merkel.

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