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Draghi non usa misure speciali Crollano le Borse in tutta Europa

La Bce non mette in campo risorse aggiuntive, ma richiama Italia e Francia al rispetto dei vincoli. Piazza Affari maglia nera, indice ai minimi dal 2012: in fumo 222 miliardi

Draghi non usa misure speciali Crollano le Borse in tutta Europa

U n calo come quello di ieri (-3,92% con l'indice FtseMib che ha perso quota 20mila punti) Piazza Affari non lo vedeva dal lontano giugno 2012. Erano altri tempi: la crisi del debito sovrano mordeva e tanto la Commissione Ue quanto la Bce contemplavano il crollo senza far nulla. Ora la situazione è diversa, ma fino a un certo punto.

La vulgata delle sale operative è che le dichiarazioni del numero uno dell'Eurotower, Mario Draghi, abbiano deluso i mercati. A Napoli, dove si è riunito il consiglio direttivo della Banca centrale europea, non c'è stato nessun nuovo annuncio di misure straordinarie. Anzi, è stata l'occasione per una tirata d'orecchie a Francia e Italia, che intendono recedere dal rigore nella disciplina di bilancio. «I Paesi dell'area dell'euro non devono distruggere i progressi già compiuti e procedere con le norme previste dal Patto di stabilità», ha sottolineato Draghi rimarcando come si debbano «chiaramente accelerare le riforme strutturali del lavoro e del mercato dei prodotti». Insomma, anziché usare gli effetti speciali e mettere mano a una nuova massiccia iniezione di liquidità, SuperMario ha alimentato il pessimismo affermando che «l'attività economica è debole e la recessione sembra non finire».

Basta questo per far crollare Piazza Affari e le principali Borse europee (Francoforte -2%, Parigi -2,8%, Madrid -2,9%) che hanno bruciato 222 miliardi dei quali 19 a Milano? «È stato solo un pretesto: sui future del FtseMib i volumi sono stati elevatissimi», spiega un trader accennando al fatto che la speculazione ribassista ha colto al volo il pretesto per vendere e prendere profitto sui rialzi degli ultimi periodi. «Se la Bce non mette in campo risorse - aggiunge - non c'è motivo di investire nell'area euro. Draghi ha fatto capire che l'Italia è in una pessima situazione». Stesso ragionamento fatto in anticipo da Pioneer, Sgr che fa capo a Unicredit. «I Btp non sono a buon prezzo come un tempo e la situazione politica sta tornando a essere quella di prima», ha detto Tanguy Le Saout, responsabile dell'obbligazionario.

Ecco, il paradosso è proprio questo. Ieri lo spread tra Btp e Bund si è nuovamente allargato, anche se di poco, fermandosi a quota 141. I nostri titoli decennali rendono il 2,31% come quelli britannici, ma se Londra è in crescita, Roma soffre. Nelle sale operative si sa bene che «la situazione politica» è instabile, che ci potrebbero essere nuove elezioni anticipate, che il caos sul Jobs Act è totale. «Non sono state portate a termine le riforme che dovevano essere effettuate», evidenzia Mario Spreafico di Schroders. «Francia e Italia sono due grandi Paesi e i mercati si sono ricordati di quei problemi strutturali che nel 2014 avevano volutamente dimenticato», aggiunge Gianluca Verzelli di Banca Akros.

La sintesi di queste affermazioni è una sola: il rischio che si ripiombi nell'inferno vissuto tra il 2011 e il 2012 è molto concreto. L'intervento della Bce, infatti, sarà limitato a queste misure: tassi di interesse al minimo storico (0,05%), acquisto di pacchetti di titoli cartolarizzati (Abs) per complessivi mille miliardi di euro a partire dal trimestre in corso e, infine, i prestiti Tltro alle banche affinché finanzino più agevolmente imprese e famiglie. Poi più nulla: non sono stati forniti dettagli precisi sull'ammontare mensile degli acquisti di Abs e, soprattutto, Draghi non ha parlato di Quantitative Easing , cioè non ha detto se comprerà titoli governativi dell'area euro per sostenere le singole economie. La strategia non appare di per sé sufficiente a risollevare un'area economica nella quale il Pil crescerà poco (l'Italia è in recessione da un pezzo) e l'inflazione è bassa (l'Italia è entrata in deflazione da due mesi).

«Se Parigi e Roma inviano messaggi di opposizione al rigore di bilancio e alle riforme, le vendite di azioni e di titoli sono giustificate», afferma Verzelli. Se a questo, poi, si aggiunge l'instabilità da campagna elettorale, il mix potrebbe essere esplosivo.

Anche perché il premier Matteo Renzi non sembra particolarmente rassicurante né dal punto di vista degli interventi in materia economica né, al momento, da quello politico.

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