Cronache

Dramma a Courmayeur: muore sullo snowboard dopo un salto fuoripista

Il 24enne caduto su un tratto segnalato come pericoloso. L'amico: «L'ho visto sparire»

Dramma a Courmayeur: muore sullo snowboard dopo un salto fuoripista

Un errore di valutazione o forse la perdita di equilibrio, sono costati la vita ad un giovane snowboarder che stava sciando in fuori pista a Courmayeur. La vittima si chiamava Julian Impagliazzo ed aveva 24 anni. Nato a Cesena, viveva a Scandicci, comune del Fiorentino, con la famiglia.

Secondo quanto si è appreso da una prima ricostruzione fatta dai soccorritori, la vittima è precipitata da un salto di roccia. Assieme a lui c'era un altro snowboarder, un amico, che è rimasto illeso e che ha dato l'allarme. Il luogo in cui si è verificato l'incidente mortale è il cosiddetto «canale del Bambino» nella zona di Plan de la Gabba: il ragazzo è precipitato per diversi metri giù da un salto di roccia.

La zona di fuoripista, che si trova a circa 1800 metri di quota, è uno dei canali accanto ai tre canaloni dei Vesses, sopra il villaggio de La Visaille. L'intera zona è vietata perché ritenuta pericolosa ed è infatti soggetta ad un'ordinanza di divieto che risale addirittura al 1996: é inoltre interdetta agli sportivi fin dagli anni Settanta proprio perché molto esposta alle rocce e teatro di numerosi incidenti anche mortali.

Julian Impagliazzo, secondo alcuni testimoni, sarebbe salito in zona con l'amico utilizzando i normali impianti di risalita della stazione sciistica e, quando si sono trovati nel Canale Bambino hanno deciso di affrontare un salto, senza però rendersi conto del pericolo.

Il primo ad affrontare quel tratto scosceso di fuoripista è stato Julian, e solo dopo alcuni minuti, non vedendolo scendere a valle dopo il salto, l'amico che ere con lui ha capito che gli era accaduto qualche cosa di grave, ed ha lanciato l'allarme. È probabile che i due snowboarder non si siano accorti che quello che avevano di fronte era un salto di roccia di oltre quaranta metri. Una valutazione errata che è costata la vita al giovane fiorentino.

Gli inquirenti dovranno appurare come mai i due snowboarder, si trovassero in quella zona che è segnalata in maniera chiara come pericolosa. Oltre al compagno che ha visto con i suoi occhi sparire l'amico lungo la roccia, sono stati ascoltati anche altri testimoni che si trovavano lungo il canalone.

Secondo quanto ricostruito, dopo i primi metri i due snowboarder si accorgono che qualcosa non va: cadono, si rialzano e cadono ancora. Tolta la tavola, provano a risalire il pendio con gli scarponi, ma quelli usati per lo snowboard sono troppo morbidi per tentare l'impresa. Julian prova a camminare verso valle, scompare dalla visuale dell'amico. Anche l'amico scivola, ma trova la salvezza tra alcuni alberi che arrestano la sua caduta. Per Julian invece non c'è stato più nulla da fare. «É sceso giù, si è tolto la tavola e poi non l'ho più visto», ha raccontato un testimone che ha assistito alla tragica fine del giovane snowboarder.

Il corpo senza vita del venticinquenne, recuperato non senza difficoltà visto il luogo in cui si trovava, è stato portato alla camera mortuaria di Courmayeur, dove è stata effettuato un primo l'esame da parte del medico legale, in attesa della autopsia che con ogni probabilità sarà disposta dall'autorità giudiziaria.

L'amico, illeso ma fortemente provato, è stato riaccompagnato a valle in elicottero.

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