Cronache

Il dramma di Manuel: "Non nuoterà mai più". Il padre: "Chi sa parli"

È caccia a chi ha sparato. Il medico: «Estratto il proiettile, ma ha lesioni al midollo spinale»

Il dramma di Manuel: "Non nuoterà mai più". Il padre: "Chi sa parli"

Lesioni al midollo spinale. Manuel Mateo Bortuzzo, promessa del nuoto azzurro, non muove più le gambe. Speranze e ambizioni sportive spente a meno di 20 anni da un proiettile esploso a distanza ravvicinata. Prognosi riservata, insomma, per il 19enne trevigiano coinvolto, suo malgrado, in una sparatoria fra criminali all'Axa, Casal Palocco. Stato di coscienza buono. «Per quanto riguarda la funzionalità e il midollo - spiega il chirurgo che lo ha operato, il primario di neurochirurgia del San Camillo, Alberto Delitala - non ci sono novità. C'è una lesione midollare, attualmente non ci sono segni di ripresa agli arti inferiori».

Mentre il padre, Franco Bortuzzo, lancia un appello a tutti gli avventori del pub testimoni della rissa di sabato notte chiedendo che «chi sa parli», la polizia interroga decine di persone. A cominciare dal proprietario del O'Connell pub e di alcuni protagonisti della rissa. Uno, in particolare, che però nega di essere coinvolto nella maxi scazzottata nonostante il volto ferito. Sotto torchio, fra gli altri, pregiudicati della zona di Ostia e Acilia, spacciatori e personaggi legati al mondo della boxe.

Per gli uomini della Mobile il nodo da sciogliere è sempre quello legato al movente dell'attentato. Vittima di un tragico scambio di persona oppure Manuel, ipotesi remota, aveva una questione aperta con malavitosi del posto? La fidanzata Martina, 16 anni, nuotatrice e testimone oculare del tentato omicidio, è ancora sconvolta. Interrogata per ore in questura con l'aiuto di una psicologa, ha cercato di ricostruire quei pochi, maledettissimi secondi prima che Manuel venisse colpito in petto dal proiettile di grosso calibro. Il racconto è lineare: festa di compleanno, rissa al pub, volanti di polizia in strada e loro due dall'altra parte della piazza a comprare le sigarette sotto la pioggia. Manuel ha il cappuccio della giacca tirato su. Come se nulla fosse due individui a bordo di uno scooter si avvicinano, uno scende e, casco in testa, esplode tre colpi verso Manuel.

Grida qualcosa il sicario, tanto per far voltare la vittima. Un copione visto decine di volte. È accaduto quando giustiziano l'imprenditore Sesto Corvini a Casal Palocco o quando i sicari crivellano di colpi Emidio Salomone, erede della banda di Abbatino, in una sala giochi di Acilia. Il modus operandi della mala romana inscenato anche per il campione di nuoto? Martina avrebbe raccontato agli inquirenti che, a un certo punto, Manuel si accascia dicendo: «Mi hanno sparato». Chi lo ha colpito, però, è a 5 metri. Possibile che abbia scambiato un ragazzone alto 1 e 90 per qualcun altro? Probabile visto il buio, il temporale e il cappuccio in testa. Gli inquirenti valutano ogni ipotesi. Interrogati ancora, ieri pomeriggio, Martina e il fidanzato dell'amica Laura, Alessandro, il primo a prestare soccorso a Manuel, lo stesso che lo tiene vigile fino all'arrivo dell'ambulanza. «Eravamo su due macchine - spiega Alessandro - io, Laura, Chiara, Marco e David su una, Manuel e Martina su una Smart. Dovevamo accompagnare David, di 14 anni, dal papà che l'aspettava alla stazione e così noi siamo andati via. Martina a un certo punto telefona a Laura dicendo che avevano sparato a Manuel. Siamo tornati indietro e l'abbiamo trovato a terra». Caccia aperta, insomma, ai due criminali che hanno ferito il mezzofondista tesserato con l'Aurelia Nuoto Roma. «Aiutate la polizia a fermare i due che hanno sparato - dice papà Franco - Ho quattro figli, tutti nuotatori.

Ho sempre cercato di toglierli dalla strada e oggi sono vittima di una cosa che è successa in strada».

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