Politica

La dura scalata del governo: i sei gradini su cui può cadere

In arrivo misure che mettono in seria difficoltà Ap Alfano obbligato a inginocchiarsi o a staccare la spina

La dura scalata del governo: i sei gradini su cui può cadere

La Via Crucis parlamentare di Angelino Alfano è composta di sole sei stazioni. Sono i provvedimenti che si sono ingorgati tra Camera e Senato a causa del dibattito sulla conversione del decreto manovra e, soprattutto, dello stop imposto ai lavori dalla fatica di Sisifo del Tedeschellum. Sono sei disegni di legge che Repubblica ha preso a cuore issando la stinta bandiera del riformismo, dei diritti civili e della sinistra. Ieri nella diretta Facebook il segretario del Pd ha messo la propria faccia su una di queste. «Sono ottimista sull'ok al biotestamento in questa legislatura», ha detto Matteo Renzi.

Il testo è a Palazzo Madama dallo scorso aprile. Gli alfaniani, di ispirazione cattolica, hanno promesso ostruzionismo. Anche la gran parte degli esponenti di centrodestra è contraria, mentre il Pd conta sull'appoggio di grillini e sinistra. Come casus belli per andare al voto sarebbe perfetto.

Un altro incidente potrebbe essere ricercato sullo ius soli, ossia sulla normativa per consentire ai figli degli immigrati regolari di acquisire più facilmente la cittadinanza italiana. Poiché l'«assassino» torna sempre sul luogo del delitto, il Pd (che non può scatenare la crisi di governo per ragioni di opportunità dopo aver affossato e autoaffossato già due governi in questa legislatura) potrebbe riprovarci al Senato come tentò nello scorso febbraio alla Camera. Anche qui per Ap sarà difficile resistere alle provocazioni ben sapendo che Fi e Lega attendono gli ex colleghi al varco. «Lo ius soli non è una priorità, la cittadinanza deve essere conquistata, deve essere una scelta consapevole», ha tuonato Maurizio Gasparri. Il dilemma per Alfano&C. è sempre lo stesso: tenere fede ai principi e rinunciare alla poltrona o ingoiare tutto per restarvi attaccati?

Più difficile, invece, che Ap abbocchi all'amo del ddl di riforma del procedimento penale sul quale il governo ha posto la fiducia e che è atteso in Aula a breve. Lo scontro nell'ultimo consiglio dei ministri tra il Guardasigilli Orlando e il titolare degli Interni Minniti è prodromico dell'ennesimo psicodramma Pd, restio a «suicidare» partito e maggioranza su un argomento come l'allungamento della prescrizione.

Meno problematico il nuovo Codice antimafia (nell'Aula del Senato questa settimana). Anche se approvato, dovrebbe tornare alla Camera. Sempre a Montecitorio è attesa l'ultima lettura del ddl sul reato di tortura. Difficile dare l'ok a un testo punitivo per le forze dell'ordine: molti, infatti, vogliono il rinvio. Il pdl di legalizzazione della cannabis è fermo in commissione alla Camera da un anno. Oggi i Radicali con il loro solito folclore partono in tour da Roma per insegnare ai cittadini a coltivarla e promuovere l'approvazione della legge.

Destinata ad andare in fumo.

Commenti