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E dal 2016 con "il bail-in" rischiano i correntisti

La direttiva europea: chi ha più di 100mila euro in deposito può essere chiamato in causa in caso di default

E dal 2016 con "il bail-in" rischiano i correntisti

Roma - Il «riccone» un po' improvvido che lascia più di 100mila euro (200 milioni di vecchie lire) sul proprio conto corrente in banche dalla dubbia gestione ha tempo fino al 1° gennaio prossimo per mettere ordine nelle proprie finanze. Oltre quella data, se la banca dovesse fallire, potrebbe essere chiamato al salvataggio dell'istituto di credito.Tecnicamente si chiama bail-in. La misura è stata introdotta con un decreto legislativo che recepisce una direttiva europea (Brrd). E proprio il varo di questo provvedimento ha spianato la strada alla possibilità per il governo di approvare il decreto legge che ha reso possibile il salvataggio di Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti.Insomma, le autorità europee hanno autorizzato il decreto legge solo dopo aver avuto la garanzia che - in futuro - lo Stato non interverrà nel salvataggio delle banche; come successo in passato in Germania, Francia, Spagna, Olanda, Irlanda, Gran Bretagna, Stati Uniti.

Dal 1° gennaio 2016, qualora una banca finisca in dissesto, i primi a intervenire saranno gli azionisti. Quindi toccherà a chi detiene obbligazioni subordinate della banca stessa; e solo in ultima battuta ai correntisti. Ma solo a quelli con più di 100mila euro sul conto.Se lo stesso riccone un po' improvvido, invece, destinerà una parte di quella liquidità a investimenti finanziari e scenderà sotto la soglia dei 100mila euro non dovrà partecipare al salvataggio della banca.Va ricordato infatti che la soglia dei 100mila euro venne introdotta per prima dall'Italia (e poi adottata a livello europeo) all'indomani dell'«11 settembre». Fino a quella soglia, la garanzia del risparmio è garantito dal Fondo interbancario di garanzia, appunto. Prima del 2001, la soglia era a 25mila euro.Con la crisi del 2007 gli altri Stati europei si adeguarono al tetto italiano al fine di evitare file di risparmiatori agli sportelli per ritirare contanti e chiudere i conti. Fenomeno che comunque si produsse, soprattutto in Irlanda. E in tempi più recenti, ma per motivazioni diverse, in Grecia.

E ora la Consob invita i promotori finanziari a dare corretta comunicazione ai clienti delle misure che inizieranno il 1° gennaio.FRav

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