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La fiaccolata per Navalny diventa contro Salvini

La manifestazione bipartisan usata per attaccare Salvini. La sinistra: "Era amico di Putin"

La fiaccolata per Navalny diventa contro Salvini

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E la fiaccolata diventa contro la Lega

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Certa sinistra ha cercato di strumentalizzare anche una fiaccolata per Navalny. Oggi, alle 18.30, tutte le forze politiche parteciperanno all'iniziativa in Campidoglio, a Roma. La proposta è partita dal leader di Azione Carlo Calenda. E via via sono state ufficializzate le adesioni dell'intero arco parlamentare: da Fdi al Pd, dalla Lega al Movimento 5 Stelle, da Forza Italia a Italia viva, da Più Europa a Noi Moderati e Alleanza Verdi, più i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Una significativa pagina per la democrazia italiana e, come ha dichiarato l'ex ministro Mara Carfagna, «un segnale al regime di Putin». La prova che l'Italia, su questo tema, è compatta. Ma qualcuno ha pensato che l'occasione fosse utile per sollevare una polemica anti-Salvini. E un po' anche contro i grillini, seppure in misura minore. Riccardo Magi, di +Europa, scrive via social che il leader della Lega non può «fare tutte le parti in commedia». «Ricordo benissimo - insiste - quando definivi l'arresto di Navalny una montatura mediatica», ha rimarcato, riferendosi sempre al vicepremier e leader del Carroccio. «La fiaccolata per Navalny non può trasformarsi nel festival dell'ipocrisia delle anime belle della Lega», ha chiosato Magi. Insomma, il sostegno che il governo di centrodestra (di cui Salvini è il vicepremier) ha garantito all'Ucraina non conta. Almeno per +Europa, che dimentica anche tutti i voti favorevoli del Parlamento per la fornitura di armi a Zelensky. Gli stessi che il Carroccio ha sempre sostenuto. Salvini, da Lanusei, in campagna elettorale, afferma quanto segue: «Spero che il 2024 sia l'anno della chiusura delle troppe guerre in corso: fra Russia e Ucraina, fra Israele e Palestina. La guerra è sempre morte, sofferenza, sconfitta. Quindi conto che l'Italia sia protagonista di pace». È la linea espressa anche dal Vaticano in più circostanze, certo non anti-occidentale o «filo-russa». Due giorni fa, Calenda aveva attaccato la Lega per non aver preso posizione sulla morte di Navalny. In realtà il partito di Salvini si era espresso eccome, e sin da subito, con parole di condanna. Il senatore della Lega Claudio Borghi non sarà in piazza: «Non sono solito andare per manifestazioni e fiaccolate ma ovviamente è giusto manifestare per il rispetto dei diritti umani e la democrazia». Nel frattempo un altro esponente di +Europa, Benedetto Della Vedova, ha richiesto il visto per poter prendere parte al funerale di Navalny. Attendendo però il parere della famiglia sulla presenza di «politici italiani ed europei». «E penso - ha dichiarato il deputato - che sarebbe importante che molti facciano un passo in questa direzione». I Radicali italiani vorrebbero modificare la toponomastica romana: addio a via Gaeta, dove risiede l'ambasciata russa della Penisola, e dentro «via Aleksej Navalny». Per oggi è prevista una raccolta firme per questo obiettivo. Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che è anche il segretario di Forza Italia, oggi sarà a Bruxelles, dove avrà luogo il consiglio Affari Esteri dell'Ue. Sarà presente anche Yulia Navalnaya, moglie di Navalny. L'Italia è annunciata tra i Paesi membri dell'Ue che porteranno avanti una discussione specifica sulla morte di Navalny e sulle responsabilità dirette di Vladimir Putin. Il Pd ha sollevato un'ulteriore polemica. Ieri, a Milano, alcune persone volevano deporre dei fiori, per Navalny, sotto la targa che commemora Anna Politkovskaya. Le forze dell'ordine hanno identificato i fautori di questa iniziativa.

E Filippo Sensi, parlamentare dem, ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere «conto di che Paese siamo».

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