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E io compro per necessità: tengo famiglia

E io compro per necessità: tengo famiglia

L'economia gira. E non solo l'economia. Così quando i figli da tirar grandi sono tre ti rendi conto che dei primati poco importa. Chi fa girare l'economia? I single, le coppie giovani, le famiglie con uno, due, tre, ics figli? Oppure, come spiegava bene il Censis qualche tempo fa, gli anziani, gli unici negli anni della crisi ad aver aumentato la spesa per i consumi. Numeri e conti che spesso non tornano, buoni per le statistiche o qualche studio di settore. Nulla più. Alla fine non importa chi spende di più, ma chi spende. E noi, «famiglie numerose», spendiamo parecchio. Un terzo del budget se ne va per le spese di casa, per il carburante e per altri combustibili. Un'altra in cibo e bevande con una percentuale di incidenza sul reddito che cresce proporzionalmente all'età dei «pargoli» che, dai 12 anni in poi, si trasformano mostri voraci dall'appetito infinito pronti a svuotare dispense e frigoriferi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Come si diceva una volta meglio comprar loro un vestito che invitarli a cena e infatti chi ha tre figli o più a cena fuori ci va davvero poco: anniversari di nozze, compleanni (non tutti) battesimi, comunioni e via così. Ma anche vestirli i «piccoli» è una spesa non da poco. Finché si può (ma dura poco) si «scala» cioè i pantaloni, il giaccone, il cappotto del primo passano al secondo e poi al terzo. Ma se già il terzo è una femmina la spesa «vestiti» lievita. Anche perché le ragazzine, che sono sicuramente più sveglie dei maschietti, hanno già da piccole armi affilatissime per convincere più papà che mamma che quel vestitino, quella camiciola, quelle scarpe a riporto con il fermacapelli rosso sono assolutamente indispensabili e irrinunciabili. Insomma le difese sono basse e si capitola in fretta. Capitolo scuola. C'erano una volta il libro di lettura e i sussidiario oggi già da medie ed elementari i testi a corredo fanno invidia a un corso universitario. E qui non si «scala» perché ogni anno cambiano. Poi quaderni, quadernoni e quadernetti, penne, evidenziatori, pennarelli, righe, squadre, calcolatrici. E ancora: la ricarica per lo smartphone, l'abbonamento ai mezzi pubblici, alla piscina, al centro sportivo, la bici, il casco, le scarpe per il triathlon, il cinema con gli amici, la pizzata con la classe... Tutto drammaticamente moltiplicato per tre. Cosa resta? L'orgoglio e la gioia di tirarli grandi. Che non ha prezzo..

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