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E l'elettricità si innamora di Grillo

L'ad del Gse, gestore nazionale dell'energia, cerca sponde pentastellate

E l'elettricità si innamora di Grillo

Roma - Il verdetto delle elezioni del 4 marzo ha ribaltato molte certezze nelle società a partecipazione pubblica, soprattutto quelle con il consiglio di amministrazione in scadenza. Tanto in Rai quanto in Invimit (immobili pubblici) e Cassa depositi e prestiti (dalla quale dipende anche Snam) sono già partite le manovre per il prossimo valzer delle poltrone che, in base agli esiti delle urne, dovrebbe essere gestito da M5S e Lega. Nel Gse, Gestore dei servizi energetici che si occupa dell'assegnazione degli incentivi, l'ad Francesco Sperandini ha preso una lunghissima rincorsa e il rischio di arrivare stanco alla volata c'è tutto, visto che anche il tentativo per insediarsi a Terna è andato male l'anno scorso. Infatti, dopo essersi avvicinato al Pd renziano e poi al côté gentiloniano, ora è la volta dell'attrazione Cinque Stelle.

Sperandini, storicamente legato al Pd romano e «sponsorizzato» al Gse nel 2015 dall'allora sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, era diventato renzianissimo. Tanto che alla presidenza del collegio sindacale siede un uomo di provata fiducia dell'ex premier come Lorenzo Anichini che fu anche tesoriere della mozione Renzi per la segreteria piddina nel 2017. Al Gestore si occupa poi della direzione Governance l'avvocato Flaminia Barachini, già responsabile eventi del Mercato Centrale, invenzione enogastronomica dell'imprenditore Umberto Montano, anche lui vicino al Giglio Magico. E nei corridoi della società più d'uno ha storto il naso per gli extracosti generati dalla partecipazione del Gse ad alcune iniziative con l'Anci (guidata dal renziano Decaro) o l'investimento di 7,7 milioni per l'efficientamento energetico di alcune strutture a Pesaro (anche qui il sindaco è il renziano Ricci). L'ascesa delle quotazioni del premier Paolo Gentiloni non è passata inosservata e si mormora che vi sia fermento per l'assunzione del consigliere giuridico della presidenza del Consiglio, Valentina Canalini.

Dopo il 4 marzo, come detto, lo scenario è mutato, ma il Gse di Sperandini si è già portato avanti con il lavoro. L'ad, infatti, vanta un ottimo rapporto con il presidente della utility romana Acea, Luca Lanzalone (uomo di riferimento M5s per tutte le questioni relative alle nomine) e anche con l'astro nascente del grillismo Massimo Fraccaro. L'azienda energetica della Capitale, inoltre, può contare un ottimo track record nell'ottenimento di certificati bianchi (titoli di efficienza energetica negoziabili sul mercato). Anche qui non sono mancate le polemiche giacché Sperandini è un ex di Acea.

Polemiche suscitate anche dall'Anac, l'authority guidata da Raffaele Cantone, che aveva contestato l'interim di due anni di Sperandini alla guida della divisione incentivi del Gse evidenziando un conflitto di interessi.

La delibera dell'Anac, però, è giunta fuori tempo massimo: quando l'ad aveva varato già un nuovo organigramma.

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