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E la Lombardia vuole sistemare la Salerno-Reggio

Il governatore Maroni al ministro Delrio: "Qui lavoriamo bene, ci pensiamo noi"

E la Lombardia vuole sistemare la Salerno-Reggio

Milano - Miracolo a Milano. Il progetto preliminare e quello definitivo di una grande opera hanno coinciso. E la magistratura non ci ha nemmeno dovuto mettere becco. L'ultimo spot al rito ambrosiano lo ha girato il governatore lombardo Roberto Maroni che ieri si è permesso anche uno sberleffo al ministro Graziano Delrio, il plenipotenziario del governo Renzi inviato al Nord per tagliare il nastro della Tangenziale esterna di Milano. Sei corsie e 36 km conclusi a tempo di record, impiegando meno di tre anni e rimanendo (cosa inaudita nel nostro Paese) nei costi previsti. Quattrini, peraltro, in gran parte dei privati (Sias, Satap, Intesa Sanpaolo, Autostrade Lombarde, Itinera) e non dello Stato Pantalone, considerando che la nuova arteria lombarda pensata per unire tre autostrade e decongestionare la Tangenziale Est di Milano su cui transitano 150mila veicoli al giorno, è costata 2,2 milioni di euro (compresi oneri finanziari), di cui appena 330 milioni di finanziamento pubblico.

«Visto che le cose le sappiamo fare e rispettiamo i tempi previsti - s'è lasciato andare Maroni con Delrio -, ci candidiamo come Regione Lombardia a realizzare anche altre grandi opere. Magari la Salerno-Reggio Calabria». Un'uscita un po' gradassa forse, un po' uno sparare sulla croce rossa. «La Salerno-Reggio - ha provato a replicare il ministro - è completata all'80 per cento. Ti stupiremo anche per quello, caro Roberto». Ma certo tempi e costi sono lì a disegnare un confronto impietoso, considerando l'opera pensata nel 1964 dal governo di allora per collegare la Calabria al resto d'Italia. Lavori conclusi nel 1972 con due corsie per senso di marcia, ma senza corsia d'emergenza. E quindi la necessità di ripartire immediatamente con progetti di ammodernamento e ampliamento e tutto il corollario di infiltrazioni della 'ndrangheta negli appalti. Per arrivare allo scorso 2 marzo, quando proprio la Salerno-Reggio Calabria è stata interrotta in entrambe le direzioni per almeno 10 km dopo il crollo di una campata del viadotto Italia.

E così ieri l'uscita di Maroni al casello di Vizzolo Predabissi, il comune dell'immediato hinterland milanese dove è stata benedetta dal parroco don Gorgio Allevi la nuova A58 per andare da Agrate Brianza (A4 Torino-Trieste) a Melegnano (A1 Milano-Napoli), intersecando anche l'A35 BreBeMi, la direttissima Milano-Brescia inaugurata pochi mesi fa. Presenti i vertici di Teem con il presidente Paolo Morerio e l'ad Claudio Vezzosi, l'ad di Cal Paolo Besozzi e il presidente del consiglio di gestione di Intesa San Paolo Gian Maria Gross-Pietro di fronte ai quali Delrio l'ha lodata come «un'opera utile che si dimostrerà un'esperienza di successo di cui andare orgogliosi». Non solo. «L'esempio di un'Italia che può fare sistema». Aggiungendo che «questo Paese ha intelligenza e capacità, a volte manca di disciplina». Ed è stata forse questo a far scattare in Maroni l'orgoglio padano e l'offerta per completare la Salerno-Reggio. E, per non perdere tempo, ha approfittato della cerimonia per consegnare a Delrio un dossier di 45 pagine con altre 37 infrastrutture che la Lombardia vorrebbe ancora realizzare o completare.

Magari evitando quello che è stato lo stesso Delrio a dover ammettere: «Da uno studio che avevo fatto quando ero sindaco, era emerso che per realizzare un'opera pubblica mediamente occorrevano 14 anni e mezzo. Il 50 per cento perso per le pratiche burocratiche».

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