Cronache

E tra gli ombrelloni è tutto esaurito: "Sono troppi"

Il litorale ligure è tra i più battuti dagli ambulanti. E loro ammettono: «Finiti i tempi d'oro»

E tra gli ombrelloni è tutto esaurito: "Sono troppi"

Sanremo Trenta gradi all'ombra e, come, non sentirli. Qui a Sanremo, nel cuore della Riviera dei Fiori, sono le 14, l'ora di punta dei bagnanti. C'è chi legge un libro sotto l'ombrellone, chi pranza nel vicino stabilimento; chi assapora un cocktail alla frutta sulla sdraio e chi ne approfitta per un tuffo in mare. Impossibile, dunque, non squagliarsi sotto il sole cocente. Ma non per tutti. I venditori ambulanti - i cosiddetti «vu cumprà» - che girano in lungo e in largo tutto il litorale, dalle 9 del mattino alle 18, sempre a testa alta, senza quasi mai mostrare segni stanchezza. Abbiamo seguito i loro passi tra non poche sorprese.

A partire dal fatto che le spietate leggi dell'economia non risparmiano proprio nessuno. La crisi, infatti, così come la concorrenza, colpisce pure chi lavora in nero. Sentirsi rispondere da un ambulante che sono finiti i tempi d'oro, quelli di una volta, non è poi così difficile. Nel centralissimo stabilimento «Morgana», di corso Salvo D'Acquisto a Sanremo, ci incamminiamo per la battigia verso i Bagni Italia. «Non li facciamo entrare - afferma, il titolare, Lucio Castagna - La vede la scaletta? Controlliamo chiunque scende e se vediamo un ambulante, lo invitiamo gentilmente ad uscire. Anche se, devo dirle la verità, qualche anno fa ce n'erano molti di più». Pochi metri più in là, sulla battigia c'è il bagnino e la situazione è già diversa: «Qui ne passano a tutte le ore e vendono qualunque cosa: occhiali, cappellini, collanine, materassini. Lo vede quel vestitino blu appeso all'ombrellone? Lo ha acquistato stamani da un vu cumprà una nostra cliente. Le dirò, se non danno fastidio, evitiamo di intervenire».

Poco più avanti troviamo una donna che indossa un lungo vestito viola, tipo di lino, e che mostra un cartellone con alcuni volti su raffigurati. Si chiama Sene. Cosa offre? «Vendo treccine al prezzo di 20-25 euro l'una, a seconda della lunghezza - racconta in uno stentato italiano - ma di affari se ne fanno ben pochi qui in Italia. È il primo anno che vengo a Sanremo. Resterò due mesi, poi torno a casa». In Senegal, infatti, vive la sua famiglia: marito e tre bambini e con i soldi che guadagna col lavoro stagionale in Italia, dovrebbe riuscire a mantenere per buona parte dell'anno. «Ma aggi ho fatto solo una testa ed è tutta la mattina che giro - confida - Ci sono pochi soldi». Effetto crisi? In molti sono convinti di questo. Così come Enam, bengalese, che da sedici anni vive regolarmente in Italia. «Lavoro come portiere notturno per un albergo, di giorno, quando ho tempo vendo collanine, ma sono finiti i tempi d'oro, come nel 2002 quando non di rado si finiva il campionario». In questo caso, oltre alla crisi, gioca pure la concorrenza: «Siamo davvero in troppi», confessa. I clienti migliori? «Sono i russi a spendere di più».

Sul lungomare Imperatrice, che accoglie alcuni tra gli stabilimenti più gettonati di Sanremo, incontriamo Terry Calleri, titolare dei Bagni Nettuno: «Ce n'è una marea tutti i giorni ed anche se non li facciamo entrare dall'ingresso principale, loro arrivano dalla battigia. Se non molestano i clienti lasciamo correre. I senegalesi sono piuttosto educati, ma quelli del Bangladesh, ad esempio, rispondono male e sono insistenti». Ciò che dà più fastidio a Terry è il comportamento delle forze dell'ordine: «Che multassero i venditori abusivi, anziché castigare i nostri clienti, se parcheggiano in divieto di sosta». Poco lontano, ai Bagni Paradiso, il titolare, Cesare La Bozzetta ha pochi dubbi. «Lo vede quel cartello? C'è scritto a chiare lettere che è vietato l'ingresso ai venditori abusivi, così prevede l'ordinanza balneare». E proprio in alcune cabine del lungomare Imperatrice, in passato polizia municipale e guardia costiera scoprirono depositi di griffe contraffatte.

La provincia di Imperia infatti, ma soprattutto Ventimiglia, si conferma tra i maggiori centri di smistamento in Italia di patacche, molto ambite soprattutto dalla clientela francese.

Con i vu cumprà che girano quasi indisturbati tra i bagnanti accaldati e gli esercenti seccati.

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