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E a Palazzo Chigi arrivano premi a pioggia

Bonus per tutti i 40 dirigenti della presidenza del Consiglio. I riflettori della Banca d'Italia

E a Palazzo Chigi arrivano premi a pioggia

Roma - C'è un imprevisto sulla strada che porta al primo rinnovo del contratto degli statali dal 2009. Lo sblocco degli aumenti è un piatto forte della legge di Stabilità che sarà approvata a settembre. Ma quando il governo-datore chiuderà il contratto, dovrà mettere mano anche alla parte normativa del contratto. Prassi consolidata. Peccato che dentro le norme questa volta ci sia un pezzo della riforma Brunetta che non era stata attuata, cioè quella relativa ai premi di risultato da attribuire solo ai dipendenti pubblici meritevoli. In sostanza, quando si chiuderà il contratto, si taglierà fuori dagli aumenti un terzo degli statali, tutti quelli che avranno avuto una valutazione negativa. A meno che il ministro Marianna Madia non decida di mettere mano alla legge e ammorbidire la meritrocrazia, che in teoria il premier Renzi dice di voler favorire.

Perché se sulla teoria l'esecutivo è fortissimo e ispirato a principi liberali, nella prassi zoppica. Basta scorrere le tabelle con le retribuzioni della sola categoria di pubblici che ha già una parte dello stipendi legato alla performance, cioè i dirigenti.

Quelli di Palazzo Chigi, ha rilevato ieri il sito del Fatto Quotidiano, sono stati tutti premiati. La tabella delle performance (una sorta di pagella che misura il grado di raggiungimento degli obiettivi fissati singolarmente per i super dirigenti), segna che i circa 40 vertici della amministrazione della presidenza del Consiglio hanno fatto centro. Obiettivi raggiunti al 100%. Il riflesso è che gli stanziamenti per la parte variabile della retribuzione dei dirigenti, sono spalmati su tutti in modo uniforme. Gli aumenti quindi perdono ogni funzione di incentivo a fare meglio e di più.

Dalle tabelle spicca la figura di Antonella Manzione, ex comandante della Polizia municipale di Firenze, oggi a capo del dipartimento affari giuridici, che ha centrato ben otto obiettivi strategici e cosi ha potuto incassare oltre allo stipendio da 55mila euro, 80mila euro di componente variabile, 34mila euro di premio di risultato e 36mila di retribuzione di posizione. Un premio che si dà a chi svolge funzioni complesse. In questo caso giustificato. Peccato che, scorrendo le tabelle dei ministeri romani, lo stesso premio venga riconosciuto a tutti i dirigenti.

Qualche tempo fa persino la Banca d'Italia ha puntato i riflettori su questa incongruenza. I capi della pubblica amministrazione, quelli che dovranno vigilare sull'efficienza e incentivare gli statali a produrre di più e meglio, hanno un sistema di premi che di fatto è fallito. Da una parte ci sono differenze enormi nelle retribuzioni dei dirigenti delle singole amministrazioni. All'interno delle stesse amministrazioni, invece, c'è «un sostanziale appiattimento delle componenti di risultato. Nessuna caratteristica individuale, all'infuori dell'età, risulta influenzare in maniera significativa il livello di retribuzione di risultato». Un incentivo a non lavorare, insomma.

Se il governo vorrà cambiare passo, potrà iniziare da Palazzo Chigi.

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